Foto Epa, via Ansa

Quei centodieci italiani sfiorati da un bombardamento russo in Ucraina, una flottiglia per cui non si indigna nessuno

Stavano viaggiando verso il confine polacco dopo aver portato aiuti e costruito ponti tra università, parrocchie e imprese ucraine distrutte e per sostenere chi resiste all'aggressione russa

Cento italiani sotto le bombe russe: se fosse successo a Gaza, sarebbe già una piazza. Ma per l’Ucraina, silenzio. Ecco la doppia morale che racconta il nostro tempo. Centodieci italiani, fra cui volontari cattolici, scout, amministratori locali, attivisti pacifisti del Mean, Movimento europeo di azione nonviolenta, sono stati sfiorati da un bombardamento russo mentre tornavano da Kharkiv. Stavano viaggiando verso il confine polacco dopo aver portato aiuti e costruito ponti tra università, parrocchie e imprese ucraine distrutte. Erano lì per sostenere chi resiste all’aggressione russa, chi crede nella pace vera, quella che nasce dalla libertà, non dalla resa. Eppure, nessuno scende in piazza per loro. Nessun corteo, nessuna bandiera, nessuna indignazione di massa. Nessun intellettuale in diretta a raccontare la crudeltà di Putin come racconta quella di Israele. E’ una flottiglia, anche questa – una flottiglia di pace vera, non di propaganda – e per loro non si muove nessuno.

Sarebbe bello, sì, che tutti quelli che hanno riempito le piazze per Gaza, con la rabbia di chi crede di stare dalla parte giusta, si indignassero anche per questi cento italiani che rischiano la vita per difendere un popolo europeo massacrato da un tiranno. Sarebbe bello che il diritto alla pace valesse per tutti, non solo per chi combatte l’occidente. A Kharkiv, i volontari italiani hanno incontrato studenti che studiano sotto le bombe, operai che ricostruiscono fabbriche distrutte, religiosi che pregano insieme – cattolici, ortodossi, greco-cattolici – per ricordare i caduti di tutte le guerre. Hanno visto il coraggio di un popolo che non vuole arrendersi e lo hanno abbracciato. Questa è un’altra pace che merita attenzione. Non fa rumore, non cerca telecamere, ma esiste. E racconta, con la forza di una flottiglia, che la pace non si proclama: si pratica.

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