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tensioni e pressioni

Continua l'escalation tra Trump e Maduro nei Caraibi

Maurizio Stefanini

Affondata al largo delle coste del Venezuela un'altra imbarcazione che trasportava presunti narcotrafficanti. L’operazione, in cui ci sono stati quattro morti, è stata annunciata dal Segretario alla Difesa americano Pete Hegseth

Continua l’escalation tra Trump e Maduro nei Caraibi, con l’affondamento al largo delle coste del Venezuela di un'altra imbarcazione che trasportava presunti narcotrafficanti. L’operazione, in cui ci sono stati quattro morti, è stata annunciata dal Segretario alla Difesa Usa Pete Hegseth, che la ha definita su X come la quarta operazione di questo tipo nelle ultime settimane nell'ambito del “conflitto armato non internazionale” contro il narcotraffico nei Caraibi.

Nel suo post, Hegseth ha dichiarato: “stamattina, su ordine del Presidente Donald Trump, ho diretto un attacco cinetico letale contro una nave adibita al traffico di droga, affiliata a organizzazioni terroristiche designate, nell'area di responsabilità del Comando Sud degli Stati Uniti. Quattro uomini narcoterroristi a
bordo sono stati uccisi nell'attacco e nessun membro delle forze statunitensi è rimasto ferito. L'operazione si è svolta in acque internazionali, al largo delle coste del Venezuela, mentre la nave trasportava ingenti quantità di narcotici - destinati all’America per avvelenare la nostra gente”. “L'intelligence ha confermato,
senza ombra di dubbio, che questa nave era coinvolta nel traffico di droga, che le persone a bordo erano narcoterroristi e che operavano su una rotta marittima nota per traffico di droga”.

Hegseth ha avvertito che questi attacchi delle forze statunitensi “continueranno finché non cesseranno gli attacchi contro il popolo americano”. Il video diffuso con il messaggio mostra un motoscafo in mare aperto, seguito da un'esplosione che lo avvolge in fumo e fuoco. Dopo la detonazione, l'imbarcazione rimane a
galla, consumata dalle fiamme. Il Pentagono non ha fornito ulteriori dettagli sull'identità o le affiliazioni delle vittime, né sulla quantità esatta di droga sequestrata.

Quando l'Associated Press ha richiesto ulteriori informazioni, i funzionari del Pentagono hanno rimandato la fonte al post di Hegseth. Anche Trump ha parlato direttamente dell'operazione in un post su Truth, affermando che la nave intercettata “era carica di droga sufficiente a uccidere tra 25.000 e 50.000 persone” e che è stata fermata “stamattina presto al largo delle coste del Venezuela” mentre tentava di entrare nel territorio statunitense.

L'attacco arriva meno di un giorno dopo che Trump ha dichiarato i cartelli della droga “combattenti illegali” e ha riferito che gli Stati Uniti sono “impegnati in un conflitto armato non internazionale” contro tali organizzazioni, secondo un memorandum rivelato dall'Associated Press.

“Sono stati uccisi 11 terroristi”, ha detto Trump. Il rapporto ufficiale del Dipartimento della Difesa indica che quest'ultimo attacco porta a quattro il numero di navi distrutte dalle forze statunitensi nelle ultime settimane, con almeno 21 vittime. Due funzionari della Difesa hanno confermato all'Associated Press che la
presenza della Marina nei Caraibi – con otto navi da guerra e oltre 5.000 effettivi – è rimasta stabile per settimane, sebbene si siano rifiutati di fornire ulteriori dettagli sulle operazioni in corso. In almeno tre dei recenti attacchi, le navi coinvolte provenivano dal Venezuela. Il portavoce della Casa Bianca, Steven
Cheung, ha accolto con favore l'operazione di venerdì, affermando che i trafficanti e le loro “droghe mortali si sono trasformati in polvere di stelle”. Esperti legali citati dall'Afp hanno messo in dubbio la legalità dell'uso della forza, secondo un dibattito comunque in corso anche al Congresso


Non solo dagli Stati Uniti viene comunque la pressione sul governo di Caracas. Se il presidente colombiano Gustavo Petro lo ha difeso col dire che i “narcos vivono in Europa e a Dubai”, il presidente della Guyana Irfaan Ali ha invece convocato i paesi del Caricom a costruire un “dialogo maturo” sullo spiegamento
militare Usa: posizione cui Maduro ha risposto rilanciando la rivendicazione territoriale su oltre metà del territorio della stessa Guyana, reiterando che non accetterà mai il lodo arbitrale del 1899. E la Procura del Cile accusa il ministro dell’Interno e numero due del regime di Caracas Diosdado Cabello per il sequestro e assassinio in territorio cileno dell’esule venezuelano Ronald Ojeda. Non si capisce bene se senza rendersene conto, o di proposito, Maduro ha poi lanciato di fatto un segnale sinistro all’iniziare i festeggiamenti per il Natale anticipato che ha “regalato” ai venezuelani col lancio di fuochi artificiali dal tetto di El Helicoide: il
famigerato carcere denunciato da vari organismi internazionali come il principale centro di torture del Venezuela.

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