“Senza protezione dei governi, noi ebrei europei ce ne andremo”. Parla Margolin

Giulio Meotti

L’attentato alla sinagoga di Manchester conferma l’urgenza dell’appello dei rabbini ai presidenti di Commissione, Consiglio e Parlamento europeo. Fra i promotori anche il presidente della European Jewish Association, che ci dice: “A fronte di tante parole vedo poche azioni”

A Manchester, dove gli ebrei arrivarono in fuga dai pogrom in Russia, l’attentato alla sinagoga ha colpito gli ebrei nel cuore di un centro storico e durante la più importante festa ebraica dell’anno, Yom Kippur. Il rabbino capo del Regno Unito, Ephraim Mirvis, a Sky News ha detto che gli ebrei inglesi speravano che un simile evento non si verificasse mai, ma sapevano che era inevitabile e solo questione di tempo. L’atmosfera era propizia per Jihad al Shamie, il terrorista che ha ucciso due ebrei in sinagoga. Il duo punk-rap Bob Vylan continua a scandire dal palco slogan come “Andate a cercare i sionisti per strada!”. Il messaggio è chiaro: non siete al sicuro da nessuna parte, qualunque cosa accada non avrete pace e democrazia e stato di diritto non possono proteggervi, sono  tigri di carta. “Khaybar oh ebrei, l’esercito di Maometto tornerà”, si canta in strade dopo la strage in sinagoga.

  
Qualche giorno fa, in una lettera ai presidenti di Commissione europea, Consiglio europeo e Parlamento europeo, Ursula von Der Leyen, António Costa e Roberta Metsola, centinaia di rabbini europei hanno scritto: “Le nostre comunità ci chiedono costantemente se ci sia davvero un futuro per gli ebrei in Europa. Vi scriviamo chiedendovi di affrontare con urgenza la necessità di rafforzare le misure di sicurezza nei nostri luoghi di culto, negli edifici della nostra comunità e in tutti i quartieri ebraici con protezione armata. Senza queste azioni, temiamo che il senso di abbandono provato dalle comunità ebraiche nei confronti dei loro governi raggiunga un punto critico e, di conseguenza, possiamo aspettarci l’inizio di un esodo di massa degli ebrei europei dalle comunità in cui hanno vissuto, alle quali hanno contribuito e che hanno amato per così tanto tempo, 80 anni dopo la liberazione di Auschwitz”. 


L’attentato alla sinagoga di Manchester conferma l’urgenza di quell’appello. Fra i promotori della lettera c’è il presidente della European Jewish Association, il rabbino Menachem Margolin. “Noi ebrei viviamo nella minaccia costante e a fronte di tante parole vedo poche azioni” dice al Foglio Margolin. “Chiediamo ai governi misure di emergenza, dalla protezione delle scuole alle sinagoghe. Non è una violenza casuale, ma il risultato di un clima e gli ebrei pagano il prezzo. Senza una svolta, prepariamo il prossimo funerale”. 

   
Tre membri di una cellula terroristica con legami con Hamas sono stati arrestati ieri dal servizio di intelligence interno tedesco (BFV) grazie all’intelligence del Mossad, ha annunciato l’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Al momento dell’arresto, i tre sono stati trovati in possesso di armi, destinate ad attacchi terroristici contro obiettivi israeliani ed ebraici. 

  
Nel 2024, quattordici stati membri della Ue hanno segnalato 58 attacchi terroristici. Di questi, 34 sono stati completati, 5 sono falliti e 19 sono stati sventati.

 

Complessivamente, 449 persone sono state arrestate per reati legati al terrorismo in venti stati membri. E il Mossad ha contribuito a sventarne in Danimarca, Germania, Cipro, Francia e Inghilterra, soltanto per citarne alcuni. “Israele è in prima linea nella lotta contro l’islam fondamentalista poiché protegge l’Europa in molti modi”, ha detto Netanyahu.

 
Quale sia la ragione per la debolezza dei governi europei, Margolin non sa dirlo. “Ce lo chiediamo sempre, ma non ho una risposta, sul perché siano così ciechi. Gli ebrei a Firenze non sono responsabili di quello che accade a Gaza. Se pensiamo il contrario è antisemitismo. ‘Free Palestine’ è diventata una religione, non vedo flotille per il Sudan, dove centinaia di migliaia di persone sono morte di fame. E dove sono le proteste per i morti in Ucraina sotto le bombe russe? Vedo solo manifestazioni di massa contro gli ebrei e lo stato di Israele”.


Senza una svolta, l’ebraismo europeo è finito. “Certo che sì” conclude Margolin. “Nessuno vorrà vivere in un paese dove non ti fidi del tuo governo. Gli ebrei se ne stanno già andando dall’Europa e altri lo faranno. In 40mila se ne sono andati negli ultimi due anni. Il futuro degli ebrei europei è nelle mani dei governi. Senza azioni concrete, temo che sia finita per noi”.
 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.