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Editoriali

No, non è vero che l'Italia non ha fatto nulla per Gaza

Redazione

Il nostro paese è stato tra i più attivi sul piano umanitario. Le persone evacuate dall’inizio della guerra sono oltre 650, un numero piccolo ma significativo

In Italia, di mobilitazioni pubbliche per una questione di politica estera così partecipate non si vedevano dai tempi della guerra del Vietnam. Proteste indette a tarda sera, scioperi generali. La pressione su un governo affinché faccia di più per mettere fine a una guerra è legittima in un sistema democratico, a volte però si scontra con la realtà dei fatti: la diplomazia è una cosa complicata. Molti dei partecipanti alle manifestazioni per la Palestina di questi giorni – anche influencer e comunicatori con parecchio seguito – hanno criticato il governo Meloni perché “non fa niente”. Al di là dell’emotività, degli slogan da proteste di piazza, al di là di alcune affermazioni di Meloni e di  suoi sostenitori ogni tanto sopra le righe, va però segnalato un dato:  dal punto di vista umanitario, che il governo italiano non abbia fatto nulla è un’affermazione falsa. Anzi, è stato tra i più attivi: soltanto ieri l’Italia, in coordinamento con l’Oms, ha evacuato 80 cittadini palestinesi, tra bambini malati e loro accompagnatori, dalla Striscia di Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom. Il gruppo è stato trasportato all’aeroporto di Ramone poi trasferito con tre C-130 dell’Aeronautica.

 

Nei giorni scorsi 72 palestinesi, tra casi umanitari, studenti e persone in ricongiungimento familiare, sono stati evacuati da Deir al-Balah attraverso lo stesso valico. Gli uomini, le donne e i mezzi dell’intelligence e delle Forze armate sono stati impiegati in diverse missioni di questo tipo. Le persone evacuate dall’inizio della guerra sono oltre 650, un numero piccolo ma significativo. Dall’11 marzo del 2024 poi la Farnesina ha lanciato il progetto “Food for Gaza”, finanziato con 40 milioni di euro e che ha già portato alla popolazione diversi aiuti, tramite Wfp e Croce rossa e il finanziamento di ong regionali. Programma criticatissimo perché secondo alcuni “serve a pulirsi la coscienza!”, ma è un’azione concreta, visibile, come una nave da guerra che scorta la carovana di imbarcazioni verso Gaza — anche se lo fa fino al confine delle acque internazionali, senza forzare il blocco navale che sarebbe una dichiarazione di guerra, e noi eravamo contrari alla guerra, o no?. La critica è sempre legittima, ma sulla base di dati reali.

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