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Meno fax, più innovazione
La Germania ci prova con l'Elon Musk del cancelliere Merz
Il ministro per la Trasformazione digitale e la mordernizzazione Karsten Wildberger ha l'obiettivo di diminuire la burocrazia del 25 per cento ottenendo risparmi per 16 miliardi entro il 2029. Per farlo servono "coraggio e perseveranza politica"
I tedeschi lo sanno bene e gli stranieri residenti in Germania lo imparano presto: mai presentarsi dal dottore senza tessera sanitaria. Appena arrivate in uno studio medico, qualche solerte assistente d’ambulatorio vi chiederà la preziosa carta per “passarla” nell’apposito lettore simil-bancomat. Che modernità, dirà l’ignaro paziente, qua è tutto digitale. Manco per niente: il fascicolo sanitario elettronico sta appena muovendo i primi passi nella Repubblica federale tedesca. Far leggere la tessera – con la quale per inciso non si comprano le sigarette al distributore – serve solo a verificare che siate regolarmente assicurati e che il medico sarà pagato dopo avervi curato. E se la tessera l’avete dimenticata a casa? Niente paura: basta telefonare alla cassa medica che, verificati i vostri dati, manderà subito un fax allo studio medico assicurando che non siate degli imbucati. C’è una causa fra voi e un vecchio datore di lavoro? Il vostro avvocato comunicherà con il suo l’ufficio via fax. Volete scrivere al tribunale? Dovrete utilizzare il fax.
Secondo uno studio dell’associazione digitale Bitkom Research, il 77 per cento delle aziende in Germania ha utilizzato il fax per la trasmissione di documenti nel 2024. Anche per questo motivo quando lo scorso maggio ha varato il suo primo governo, il cancelliere Friedrich Merz ha imitato Donald Trump nominando sul campo un ministro federale per la Trasformazione digitale e la modernizzazione. Nel 2018 Berlino si era già data una sottosegretaria per la Digitalizzazione, scegliendo la cristiano-sociale bavarese Dorothée Bar. Ma poiché a questo giro Bar è ministra per la Tecnologia, alla Trasformazione digitale Merz ha chiamato un altro conservatore ma soprattutto un imprenditore che se ne intende: Karsten Wildberger. Già ceo di Ceconomy, catena tedesca dell’elettronica fra le cui filiali spicca il gigante MediaMarkt/Saturn; già membro del cda con delega all’IT di E.ON, società europea nel settore delle rinnovabili; e già membro del cda di Telstra (in precedenza Telecom Australia), Wildeberger ha un curriculum che parla da solo senza essere divisivo come Elon Musk.
Giovedì scorso, parlando al Financial Times, il ministro è andato al nocciolo della questione: “Negli ultimi 20 anni l’Europa ha costruito sempre più complessità”, ha affermato, “e noi in Germania non l’abbiamo solo recepita, ma in realtà l’abbiamo placcata in oro e l’abbiamo persino aumentata: in realtà rendiamo molto difficile per le aziende innovare”. Non è dunque un caso che le spinte per dotare la Germania di un’infrastruttura digitale moderna arrivino dal blocco moderato: sono le aziende per prime a chiedere al paese di agganciare pienamente la rivoluzione tecnologica. E il cancelliere Merz ha scelto Wilderberger, nato e cresciuto in aziende high-tech, per accontentarle. Nel suo ufficio, ha spiegato il ministro, non ci sono fax ma il punto è un altro: se i tedeschi non hanno il facsimile a casa, perché lo devono avere i medici, i tribunali e i comuni? Un gap tecnologico, dunque, esiste, ma non è tanto fra la Germania e il resto del mondo quanto fra i tedeschi e le istituzioni.
“Per quanto riguarda i Large Language Models, ovvero i grandi modelli linguistici di intelligenza artificiale, la Germania è il secondo Paese al mondo dopo gli Stati Uniti con il più alto tasso di adozione. Il mondo delle persone là fuori è già molto digitale”, aveva spiegato già a luglio alla Süddeutsche Zeitung. Ora deve sperare che il governo lo lasci lavorare perché a differenza dei politici di professione, Wilderberger ha il “limite” di non conoscere limiti nazionali. E nelle numerose interviste che rilascia lamenta come i modelli di business digitale provengano da lontano. “Perché non esiste una Chat GPT europea? Perché non abbiamo un sistema europeo di carte di credito?”. La sferzata digitale che spera di dare alla Germania dovrebbe in altre parole stimolare anche gli altri paesi europei. Ma intanto Merz lo ha messo a fare economie a casa: l’obiettivo è diminuire la burocrazia del 25% ottenendo risparmi per 16 miliardi entro il 2029. E lui ha detto che intende organizzare stress test per 960 autorità federali, “capire cosa fanno i funzionari tutto il giorno”. Nel futuro vede meno regolamentazione e più libertà, perché, ha detto alla Bild “la deburocratizzazione e la fiducia nel potere creativo delle persone non portano solo alla crescita economica, ma anche alla ripartenza della società”. Ma servono “coraggio e perseveranza e volontà politica”.