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Editoriali

Trump mette su un aereo i migranti iraniani. La cooperazione inaspettata

Redazione

Cento cittadini iraniani che avevano cercato rifugio in Louisiana sarebbero stati imbarcati su un aereo partito alla volta dell'Iran grazie alla cooperazione tra Stati Uniti e Repubblica islamica

Cento cittadini iraniani sarebbero stati imbarcati su un aereo partito dalla Louisiana alla volta dell’Iran. Il New York Times ha raccolto le testimonianze di due funzionari iraniani e di un americano coinvolti nei negoziati, tutti hanno parlato a condizione di anonimato. Negli ultimi anni si è registrato un aumento degli iraniani che cercano di arrivare negli Stati Uniti illegalmente dal confine meridionale e molti lo fanno perché temono persecuzioni nel loro paese di origine. Il quotidiano americano scrive che le ragioni per cui i cento iraniani espulsi avevano cercato rifugio negli Stati Uniti non sono note, ma i funzionari hanno raccontato che alcuni erano visibilmente spaventati dal loro ritorno in Iran, altri invece avevano scelto spontaneamente di tornare dopo essere stati a lungo nei centri di detenzione.

Il presidente americano Donald Trump ha capovolto il sistema di accoglienza americano e se fino a ora gli Stati Uniti erano stati restii a espellere migranti provenienti da paesi come la Repubblica islamica dell’Iran, adesso la nuova Amministrazione si fa meno problemi. Il motivo è anche burocratico: se la mancanza di relazioni diplomatiche regolarizzate aveva reso complessi i rimpatri, adesso Washington ha trovato il modo di smaltire le pratiche con Teheran. E’ l’unico campo in cui gli Stati Uniti e la Repubblica islamica hanno cooperato e se le discussioni finora sono andate male su tutto, hanno avuto invece un buon effetto sul rimpatrio degli iraniani che avevano cercato di scappare negli Stati Uniti. Il ministero degli Esteri di Teheran ha assicurato che chi arriva non andrà incontro a pericoli, ma non basta questa rassicurazione per chi fugge da un sistema che perseguita minoranze religiose, attivisti per i diritti umani, avvocati, giornalisti e chiunque rappresenti un ostacolo o una minaccia, seppur vaga, all’eternizzazione del regime.

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