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in Francia
L'ex presidente francese Sarkozy condannato a cinque anni per associazione a delinquere
Il tribunale parigino ha ritenuto l'ex inquilino dell'Eliseo responsabile per il ruolo avuto nel sistema di sostegno occulto orchestrato dal regime di Gheddafi durante la corsa per le presidenziali del 2007. È stato però assolto dalle altre accuse
Parigi. Il tribunale correzionale di Parigi ha giudicato colpevole di associazione a delinquere l’ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, nell’ambito dell’affaire sui presunti finanziamenti libici alla sua campagna elettorale per le presidenziali del 2007, poi vinte conto la rivale socialista Ségolène Royal. La pena è di cinque anni di carcere.
L’ex inquilino dell’Eliseo è stato invece assolto dalle accuse di corruzione passiva, occultamento di appropriazione indebita di fondi pubblici e finanziamento illecito di campagna elettorale. Durante la lettura della sentenza, la presidente del tribunale, Nathalie Gavarino, ha spiegato che Sarkozy, “in quanto ministro (dell’Interno, sotto la presidenza di Jacques Chirac) e presidente dell’Ump”, è colpevole di associazione a delinquere per aver “permesso ai suoi stretti collaboratori, sui quali aveva autorità (...) di agire al fine di ottenere sostegno finanziario” dal regime libico di Muammar Gheddafi. I suoi stretti collaboratori sono l’ex braccio destro Claude Guéant, soprannominato “il cardinale”, l’austero grand commis divenuto direttore della campagna elettorale del suo boss nel 2007, e l’ex ministro dell’Interno Brice Hortefeux. Guéant è stato giudicato colpevole di associazione a delinquere, corruzione passiva, traffico di influenze passivo, falso e uso di falso, riciclaggio aggravato di corruzione e traffico di influenze. Hortefeux è stato dichiarato colpevole di associazione a delinquere, ma assolto dalle accuse di finanziamento illecito di campagna elettorale.
Le prime rivelazioni di Mediapart che hanno dato il via all’affaire libico di Sarkozy risalgono al 28 luglio 2011 e si basavano su una decina di documenti confidenziali del faccendiere franco-libanese Ziad Takieddine, che ha svolto un ruolo di intermediario tra la sarkozia e il regime di Gheddafi, ha affermato per anni di aver consegnato circa cinque milioni di euro in contanti a Sarkò e ai suoi collaboratori da parte del raìs tra il 2006 e il 2007, ed è morto martedì a Beirut, a due giorni dal verdetto sul processo più grave in cui è coinvolto l’ex capo dello stato gollista. Tra gli altri protagonisti del dossier tentacolare, Bechir Saleh, ex capo di gabinetto del dittatore libico, è stato condannato per corruzione passiva, Alexandre Djouhri, intermediario franco-algerino tra Parigi e Tripoli e “facilitatore di affari”, così viene definito, in Africa e in medio oriente, è stato dichiarato colpevole di riciclaggio aggravato di frode fiscale e corruzione attiva di Claude Guéant, traffico di influenze attive e associazione a delinquere, e il banchiere Wahib Nacer, vicino ad Alexandre Djouhri, è stato condannato per complicità in traffico di influenze in relazione a Claude Guéant, per riciclaggio aggravato di frode fiscale e riciclaggio di corruzione attiva. Le motivazioni dettagliate e la pena saranno rese note nel corso della giornata, poiché la lettura della sentenza di 400 pagine richiederà diverse ore.