
Donald Trump (foto Ap, via LaPresse)
Trump si dota di un'altra arma per la sua guerra al talento straniero
Il dettaglio sulla “discrezionalità” nella nuova norma sui visti che da domenica costerà 100 mila dollari invece che 215. A meno che il segretario per la Sicurezza nazionale decida di non aumentarne il costo
L’Amministrazione Trump ha aumentato la quota annuale da pagare per ottenere i visti di lavoro H-1B: da domenica, il visto che prima costava 215 dollari ora ne costa 100 mila per il prossimo anno. Il presidente Donald Trump ha detto che l’America ha bisogno di great worker, cioè di lavoratori americani, e d’ora in avanti un’azienda dovrà decidere se la persona straniera che vuole assumere “vale questi 100 mila dollari o se conviene assumere un americano”, ha ribadito il segretario al Commercio, Howard Lutnick.
Il programma H-1B è stato istituito dal Congresso nel 1990 e rappresenta la via d’accesso di lavoratori stranieri altamente qualificati al mercato americano. In media vengono rilasciati 85 mila visti H-1B l’anno, e secondo gli ultimi dati disponibili dell’agenzia Uscis (si occupa di cittadinanza e immigrazione), dal settembre 2023 all’ottobre 2024, il 64 per cento di questi visti è stato dato a lavoratori del settore tech e scientifico: Amazon ne fornisce la maggior parte, seguita da Google, Meta, Microsoft e Apple. Secondo uno studio del Pew Research Center, i tre quarti di questi visti sono stati dati a lavoratori provenienti dall’India, seguiti (ma da lontano) dalla Cina.
Anche le università e le no profit utilizzano il visto H-1B per attirare studenti stranieri molto competenti, e il visto dà la possibilità di restare in America a lavorare dopo la laurea. Si tratta insomma di uno strumento per coltivare l’eccellenza, al di là del passaporto di questa eccellenza: nell’annuncio, la Casa Bianca ha citato uno studio del 2017 che dimostra che l’arrivo di lavoratori stranieri qualificati dagli anni 90 a oggi ha avuto l’effetto di abbassare il salario medio degli americani impiegati negli stessi settori. Ma, scrive il Wall Street Journal, la Casa Bianca non ha citato le altre considerazioni di quello stesso studio, in particolare il fatto che tutta l’economia americana ha beneficiato dell’innovazione e dell’efficienza creata dalla produzione (e produttività) di questi lavoratori qualificati “alieni”. Justin Wolfers, un economista dell’Università del Michigan che lavora anche alla Brookings Institution, spiega l’impatto di questa tassa da 100 mila dollari così: “Pensate all’economia come se doveste cuocere una torta. Il visto H-1B esiste perché se ti manca un ingrediente tu puoi prenderlo altrove e continuare a cucinare. Se la consegna di questo ingrediente costa da un certo momento in poi 100 mila dollari, dovrai decidere se: smettere di cuocere torte; utilizzare una ricetta di qualità inferiore oppure importare la torta invece che farla tu”.
All’inizio di questo tragico secondo mandato di Trump, c’era stata una lite tra Elon Musk, leader dei tech-oligarchi allora sempre al fianco del presidente, e Steve Bannon, leader del mondo Maga vecchia maniera, il primo era a favore di questi visti e il secondo diceva che rubavano lavoro agli “americani veri”. Allora Trump si schierò con Musk, oggi con Bannon. Al di là della compensazione politica che Trump continua a fare tra questi due mondi che lo sostengono ma non si assomigliano affatto, l’ordine esecutivo pubblicato dalla Casa Bianca introduce – o forse sarebbe meglio dire: ribadisce – un elemento di discrezionalità: l’aumento del costo del visto “non si applicherà all’individuo alieno e a tutti gli alieni che lavorano per un’azienda o un settore, se il segretario per la Sicurezza nazionale determina, secondo la propria discrezionalità, che l’assunzione di tali alieni (...) è nell’interesse nazionale e non pone una minaccia alla sicurezza o al welfare degli Stati Uniti”.
Questo elemento di discrezionalità permette all’Amministrazione Trump di avere una leva sulle aziende che, per continuare ad avvalersi di lavoratori stranieri qualificati senza sobbarcarsi costi eccessivi, saranno disposti a negoziare con il governo. Lo schema è lo stesso che abbiamo visto con i media: l’unica leva che il governo ha per colpire i media che considera ostili (la lista si allunga ogni giorno, considerando che Trump s’è messo ad attaccare anche chi gli fa una domanda che non gli piace) è la Fcc, la commissione federale per le comunicazioni, che stabilisce le regole e le licenze del settore. L’Abc ha accettato di cancellare lo show di Jimmy Kimmel perché ha bisogno del consenso della Fcc per le sue decisioni di business. Così ora l’Amministrazione Trump utilizza i visti per avere la stessa leva sulle grandi compagnie del settore tecnologico e sul mondo scientifico. E’ così che, di stortura in stortura, alcune molto visibili e altre meno, lo stato di diritto che dipende dall’indipendenza delle istituzioni viene sostituito dall’ideologia o dal capriccio di un presidente accentratore che comprende soltanto la logica della transazione.