
L'eredità di Kirk
I trumpiani fanno il contrario di quel che predicava Kirk
Trump ha costruito una campagna contro la libertà d’espressione, proprio il contrario di quello che diceva il paladino dalle opinioni urticanti e cultore dell’arte della persuasione. E sono molti commentatori conservatori a denunciare la deriva liberticida del presidente
Chi arriva per primo trova posto, i parcheggi aprono cinque ore prima dell’inizio della funzione, bisogna vestirsi bene (il “vestito della domenica”) e avere pazienza, perché ci saranno code, controlli e ci si aspetta molta più gente delle 63 mila persone che lo State Farm Stadium di Glendale, in Arizona, può contenere. E domenica ci saranno Donald Trump e molti ministri, deputati e senatori a ricordare Charlie Kirk, il fondatore dell’organizzazione giovanile conservatrice Turning Point Usa ammazzato con un colpo di fucile la settimana scorsa, mentre aveva un microfono in mano – “non un coltello”, ha detto lo storico Niall Ferguson ribadendo il fatto che le parole non sono pallottole – e parlava agli studenti dell’Università dello Utah: il presidente americano terrà un discorso a questo funerale di stato non ufficiale, ricordando Kirk – al quale Trump deve molto in termini elettorali: gli ha garantito lo spostamento del voto giovanile a suo favore – e dando il suo senso al tema dell’incontro, “Building a Legacy”, costruire un’eredità di Kirk.
Finora, l’Amministrazione ha fatto il contrario di quel che predicava Kirk, paladino della libertà d’espressione dalle opinioni urticanti e cultore dell’arte della persuasione, con il suo format di dialogo e sfida “prove me wrong”, dimostrami che sbaglio. Finora l’Amministrazione, sotto choc per quest’omicidio e pronta ad attribuirlo alla cultura d’odio del “partito degli assassini”, cioè della sinistra, ha costruito una campagna contro la libertà d’espressione che dice di difendere – e che Kirk difendeva. A dirlo non è solo la sinistra – che ha lo scheletro nell’armadio della sua cancel culture – ma è la destra, o meglio la destra liberale non antitrumpiana a priori.
Chi ha armato Tyler Robinson, il ventiduenne accusato dell’omicidio che rischia la pena di morte? E’ di questo che si discute, in modo piuttosto becero, cioè in linea con il tono del dibattito pubblico. Sui media liberal si recitano i messaggi di Robinson alla sua coinquilina trans, come se fosse l’amore ad averlo spinto a sparare, o si descrive il linguaggio da meme o da videogioco utilizzato dall’assassino, come se fosse la cultura nera del gaming ad averlo spinto a sparare, oppure si ricorda che la famiglia di Robinson vota Trump e ama il mondo Maga quanto i bazooka delle foto insieme su Instagram, per dire: è la destra che ti cresce così. Dall’altra parte, specularmente, si insiste sull’illiberalismo di sinistra, solo che siccome questa è la parte al governo, di un governo che sfalda sistematicamente – è un metodo, è un obiettivo – la distribuzione del potere e lo accentra su di sé, il risultato è che se non parli di Kirk e del suo assassino nei termini decisi dal governo, entri nella lista degli epurati e perdi il posto di lavoro.
Il Wall Street Journal, giornale conservatore che quando ha un pertugio per dire qualcosa di positivo su Trump ci si infila, scrive riguardo al licenziato eccellente del momento, il comico Jimmy Kimmel: “Il circolo vizioso dell’utilizzo del potere del governo per punire l’opposizione (il Wsj dice che anche i democratici facevano così, ndr) sta portando il paese in angoli bui, il che si tradurrà in meno libertà e meno libertà di parola per tutti”. Il sito conservatore Free Press, che in questi giorni ha pubblicato gli articoli più belli e più liberali su questa deriva, scrive in un editoriale: “All’indomani dell’assassinio di Kirk – un momento di dolore giustificato e di rabbia – questa Amministrazione sembra aver dimenticato i princìpi americani basilari nel momento in cui dobbiamo ricordarli di più”. Free Press si riferisce anche alla segretaria alla Giustizia, Pam Bondi, che ha detto che perseguiterà tutti quelli che si macchiano di “hate speech”, “una categoria – scrive Free Press – che non esiste nemmeno nel nostro regolamento”, e aggiunge ironicamente: almeno su una cosa siamo tutti d’accordo, destra e sinistra, ed è che Bondi “non sa di cosa parla”, che è un problema per un Guardasigilli, per il futuro democratico americano e pure per la costruzione dell’eredità di Kirk, il senso del grande cordoglio organizzato in Arizona: c’è già di che rivoltarsi nella tomba.

dal Washington Post