dal Washington Post
Dopo la rimozione di Kimmel dalla ABC i late-night host fingono di adulare Trump
Jon Stewart, Stephen Colbert, Jimmy Fallon e Seth Meyers hanno dato il loro sostegno al collega comico Jimmy Kimmel in diretta tv e hanno parlato delle minacce alla libertà di parola negli Stati Uniti
Jon Stewart di solito conduce The Daily Show solo il lunedì, mentre il resto della settimana è affidato a conduttori ospiti. Ma giovedì sera ha fatto un’apparizione speciale.
"Da Comedy Central, ecco il nuovissimo, approvato dal governo, Daily Show con il vostro patriotticamente obbediente conduttore, Jon Stewart!" ha annunciato la voce fuori campo all’inizio della puntata. Stewart è apparso alla scrivania, con lo studio trasformato in uno sfondo dorato e scintillante.
"Abbiamo un altro divertente, esilarante, conforme allo spirito dell’amministrazione show", ha detto Stewart, muovendo nervosamente gli occhi intorno a sé. Ha notato che il programma veniva trasmesso da "la fogna infestata dal crimine che è New York City. Un disastro tremendo! Come nessuno ha mai visto prima! Qualcuno dovrebbe far intervenire la Guardia Nazionale, ho ragione?"
Lo sketch è proseguito per oltre venti minuti come risposta alla decisione della Disney, proprietaria di ABC, di sospendere a tempo indefinito Jimmy Kimmel Live! dopo le polemiche suscitate dal monologo di lunedì sera. Kimmel, che conduce lo show dal 2003, aveva detto: "Abbiamo toccato nuovi punti bassi nel weekend, con la gang MAGA che disperatamente cerca di dipingere questo ragazzo che ha ucciso Charlie Kirk come qualsiasi cosa tranne che uno dei loro, pur di guadagnare punti politici".
Nexstar, il più grande proprietario di stazioni affiliate ABC negli Stati Uniti, ha annunciato che non avrebbe trasmesso lo show, definendo i commenti "offensivi e insensibili". Anche Sinclair Broadcast Group, altro grande proprietario di stazioni locali ABC, ha affermato che Kimmel avrebbe dovuto scusarsi con la famiglia di Kirk, l’influencer di destra ucciso la scorsa settimana. Brendan Carr, presidente della Federal Communications Commission (FCC), ha persino suggerito che le licenze di trasmissione della Disney potessero essere a rischio. Un portavoce di ABC si è limitato a dichiarare che lo show sarebbe stato sospeso "a tempo indefinito".
Trump, che in passato si è spesso lamentato delle battute di Kimmel, ha applaudito la decisione in un post sui social media, congratulandosi con ABC "per aver finalmente avuto il coraggio di fare ciò che andava fatto". Più tardi, in conferenza stampa, ha affermato che Kimmel era stato "licenziato più che altro per i bassi ascolti", aggiungendo: "Puoi chiamarla libertà di parola o no".
La notizia ha suscitato giovedì reazioni contrastanti: entusiasmo tra i critici di Kimmel, sconcerto e indignazione tra coloro che la considerano un atto di censura governativa e una minaccia alla libertà di parola. C’era grande attesa su come i conduttori della tarda serata avrebbero commentato l’accaduto.
Stewart ha aperto con la sua finta adulazione, mostrando immagini di Trump durante il recente viaggio nel Regno Unito: "Il Padre ha graziato l’Inghilterra con la sua leggendaria calda accoglienza e radiosità", ha detto, per poi gridare: "Guardatelo, con un’andatura ancora più maestosa di quella dei cavalli reali che lo precedevano!".
Con lo stesso tono, ha mostrato un video in cui un giornalista chiedeva a Trump se la libertà di parola fosse più sotto attacco in Gran Bretagna o negli Stati Uniti.
"Come osi!" ha urlato Stewart. "In Inghilterra puoi chiamarla libertà di parola, ma in America abbiamo una cosina chiamata Primo Emendamento. Funziona così: esiste qualcosa chiamato talent-o-meter, uno strumento scientificissimo che si trova sulla scrivania del presidente e che misura principalmente la gentilezza nei suoi confronti".
Se questo “talent-o-meter” scende sotto una certa soglia, ha proseguito Stewart, "la FCC deve essere informata per minacciare le prospettive di fusioni miliardarie tra gruppi televisivi. A quel punto le emittenti vengono spinte a fare pressione sulle megacorporazioni che controllano i contenuti approvati dallo Stato. In alternativa, la FCC può semplicemente minacciare direttamente le licenze. È scienza di base".
(Nexstar ha infatti bisogno dell’approvazione della FCC per portare avanti la sua proposta di acquisizione da 6,2 miliardi di dollari di un’altra società televisiva, TEGNA).
Intanto, su NBC, Jimmy Fallon — che Trump aveva appena chiesto di licenziare insieme a Seth Meyers — ha definito Kimmel "una persona decente, divertente e affettuosa", auspicando il suo ritorno. Ha aggiunto che molte persone sono preoccupate per la censura, ma lui avrebbe comunque trattato il viaggio di Trump in Gran Bretagna come sempre. Da lì è partito un segmento comico in cui un annunciatore continuava a interromperlo elogiando esageratamente il presidente.
Su Late Night, Meyers ha aperto ironizzando: "Voglio solo dire che ho sempre ammirato e rispettato il signor Trump", tra le risate del pubblico. "Se avete visto clip in cui lo prendo in giro, quelli ovviamente erano deepfake". Poi ha mostrato video di Trump che proclamava di aver riportato la libertà di parola: "Prometteva di porre fine alla censura governativa, ma sta facendo l’opposto", ha commentato.
Su CBS, Stephen Colbert ha iniziato con una parodia musicale (“Shut Your Trap”) in cui prendeva di mira la Disney: "La nuova regola su ABC / Non prendere in giro Donny T. / O il tuo show sarà cancellato / Chiudi la bocca". Poi è tornato brevemente nei panni del conduttore del Colbert Report, per dichiararsi “ombudsman del Late Show”.
Ma in seguito si è fatto più serio: "Con un autocrate non puoi cedere neanche un centimetro. Se ABC pensa che questo basterà a placare il regime, è ingenua. E chiaramente non ha mai letto il libro per bambini If You Give a Mouse a Kimmel".
Colbert ha ricordato anche la fusione Nexstar-TEGNA e la possibile influenza politica sulla FCC, fingendo stupore: "Un’azienda che si piega ai capricci del presidente per garantire che la fusione vada avanti? È mai successo prima?". Poi ha fatto finta di ricevere in cuffia la risposta: "Oh, mi dicono di non rispondere a quella domanda".
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