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da Strasburgo

La maggioranza Ursula non sta bene

Pietro Guastamacchia

Alza la voce sulla crisi di Gaza, tiene la barra dritta su Ucraina e difesa, rianima il Green deal ma non arretra sulla competitività: il discorso della presidente della Commissione europea risponde a quasi tutti i dubbi della maggioranza. Il paradosso di un'Aula che le chiede di fare di più ma poi litiga a ogni passo

Strasburgo. L’incanto di un’Europa che fa quadrato per affrontare le sfide di un mondo in tempesta a Strasburgo dura appena pochi secondi: non appena Ursula von der Leyen poggia il microfono e la parola passa ai gruppi politici, tra socialisti e popolari volano gli stracci. Il discorso della presidente della Commissione europea in realtà risponde a quasi tutti i dubbi e le perplessità espresse a luglio dalla sua maggioranza: alza la voce sulla crisi di Gaza, tiene la barra dritta su Ucraina e difesa, rianima il Green deal ma non arretra sulla competitività. Il lavoro di cesello per ricompattare la sua maggioranza  però non basta. A dirottare il tono della discussione  è il capogruppo del Ppe, Manfred Weber. Il tedesco sale e, nonostante von der Leyen abbia fatto ben nove appelli all’unità, attacca  i socialisti e la loro leader, Iratxe García Perez. “Ho sentito che tu, Iratxe, metti in dubbio l’accordo con gli Stati Uniti, che non sai se lo sosterrai.

Questo è esattamente il comportamento che divide la maggioranza e che danneggia l’agenda europea”, dice Weber, che poi cerca di dividere il gruppo socialista: “Ci sono due realtà socialiste in Europa: Frederiksen e Sánchez, e spero che lo stile socialista spagnolo non si diffonda nell’Unione europea”. García Perez risponde a braccio e si rivolge rabbiosa a von der Leyen: “Oggi è risultato chiaro chi è il suo nemico principale è il leader del Ppe, del suo partito, Manfred Weber. Lei si è sforzata di presentare un programma comune, bene, ora sa chi è responsabile del fatto che la sua maggioranza non funziona”. Il capogruppo dei Verdi, Bas Eickhout, rimarca: “Sembra che il suo appello all’unità non abbia avuto molto successo nel suo gruppo”. Allibita infine anche la presidente del gruppo dei liberali, Valerie Hayer, che uscendo dall’aula sussurra a un collaboratore: “Ma cosa gli è preso a Manfred?” Von der Leyen osserva il paradosso di un’aula che le chiede di fare di più per l’Europa ma poi litiga a ogni passo. Chi le sta vicino racconta che, dalla pandemia e dallo choc dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, ha imparato a tirare dritto sulle sue posizioni e che l’Europa, e i fatti, alla fine le danno ragione. E che oggi più che mai intende andare avanti così. 

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