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in portogallo

La funicolare spezzata e le ferite di Lisbona

Marcello Sacco

Il deragliamento dell’Elevador da Glória mette a nudo la fragilità di una città che trasforma la sua vecchiezza in attrazione turistica. Le vittime sono 17. Il cordoglio della politica e l'atto d'accusa dei sindacati 

Di Lisbona tutti conoscono i caratteristici tram gialli e le funicolari dello stesso colore, monumenti nazionali amati dai turisti, ma usati anche dai residenti per spostarsi fra le colline della città. La funicolare della Glória collegava piazza Restauradores al Bairro Alto. Intorno alle 18:00 (ora locale) di mercoledì molti passanti hanno visto uno dei due vagoni precipitare a gran velocità, deragliare nel punto in cui la strada fa una leggera curva e andare ad accartocciarsi su uno degli edifici adiacenti ai binari. È legittimo pensare che, senza il deragliamento, il vagone sarebbe caduto sempre più veloce ancora per molti metri, aggravando il bilancio finora provvisorio e già tragico di 17 morti e più di 20 feriti, alcuni molto gravi.

 

Pare ormai quasi certo che la causa immediata dell’incidente sia il cedimento di un cavo metallico. E mentre gli ospedali curano i feriti ed effettuano il riconoscimento dei cadaveri, l’opinione pubblica già discute i motivi profondi e le cause a monte di un disastro come in città non si era mai visto (il grande incendio del 1988 aprì una ferita urbanistica che impiegò oltre un decennio a essere risanata, ma fece due morti). Per il momento la politica – sebbene a Lisbona, come in tutti i comuni portoghesi, siano previste elezioni amministrative tra poco più di un mese – ha deposto le armi per cedere il passo al cordoglio. Lo hanno fatto i candidati di sinistra, la socialista Alexandra Leitão e il comunista João Ferreira (uno dei primi a giungere sul luogo dell’incidente), mentre il sindaco in carica, Carlos Moedas, cancellava tutti i suoi prossimi appuntamenti per partecipare al Consiglio dei ministri di giovedì, anche questo unico evento non depennato dall’agenda del premier Montenegro (del suo stesso partito).

 

I sindacati del settore, invece, erano già all’attacco fin dalla prima serata (anche televisiva) di mercoledì. I lavoratori della Carris (l’azienda pubblica che da più di un secolo gestisce gran parte dei trasporti pubblici su ruota e rotaie a Lisbona) avrebbero denunciato più volte la scarsa manutenzione dei mezzi e puntano ora il dito contro l’outsourcing: da 14 anni la sicurezza dei veicoli è appaltata all’esterno e non più gestita all’interno di quella ditta che dal XIX secolo è sinonimo di trasporto pubblico cittadino. Nelle stesse ore i giornali ricordavano un deragliamento simile nel 2018, ma senza vittime, e poi la cancellazione, giusto pochi giorni fa, dell’ultima gara d’appalto per la manutenzione proprio dell’Elevador da Glória. L’azienda, da parte sua, assicura di aver rispettato scrupolosamente tutti i protocolli: l’intervento di manutenzione quadriennale, realizzato l’ultima volta nel 2022; quello intermedio che un anno fa ha tenuto ferma la funicolare per più di un mese, e poi tutte le ispezioni mensili e settimanali di routine. Un’inchiesta interna comunque è stata aperta, mentre ovviamente indaga anche la magistratura.

 

È probabile che indagini e dibattiti portino nei prossimi giorni altra carne al fuoco, ma anche tanta acqua a chi vorrà alimentare il proprio mulino. Trattandosi di uno dei simboli della vecchia Lisbona più amato dai turisti, ci sarà chi metterà ancora una volta in dubbio il modello del cosiddetto overtourism. Certo, quella funicolare era stata inaugurata nel 1885 con un sistema a cremagliera prima idraulico, poi a vapore e, dal 1915, elettrico. Serviva a risparmiare agli abitanti di Lisbona una salita mozzafiato, forse non era preposta a reggere tanti turisti ogni giorno, ogni anno? E chissà quanti adesso, finché dura il ricordo di questa tragedia, vorranno ancora salire con un brivido in più lungo la schiena su quei mezzi vetusti che la città offre.

 

Ed ecco che questa funicolare sfasciata rischia di diventare il simbolo di una città che ha fatto di una certa povertà e vecchiezza un’attrazione turistica e una questione identitaria. Sempre mercoledì, prima che il vecchio vagone si rompesse “come un giocattolo” (parole di un testimone), la notizia del giorno era il crollo di una palazzina in uno dei quartieri storici più fotografati dai turisti che a Lisbona vengono a fotografare gli edifici in rovina e che la città sta riuscendo faticosamente a restaurare proprio grazie ai turisti che vengono a fotografarli. Un cortocircuito in cui la povera Lisbona deve arricchirsi rimanendo povera, o magari conservando una povertà di facciata di cui poi soffre davvero, come avviene nel gioco delle “finzioni vere” cantate dal suo poeta per eccellenza, Fernando Pessoa.

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