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Editoriali
L'autunno critico del governo Bayrou: verso una manovra a rischio “lacrime e sangue”
Il primo ministro presenta la cura d’austerità di cui la Francia ha bisogno per riprendere il controllo del suo debito pubblico. Ma potrebbe non essere più lui il capo del governo quando si voterà la legge di bilancio più delicata degli ultimi vent'anni
Il destino del primo ministro francese, François Bayrou, è appeso a un filo. Il capo del governo di Parigi si è presentato in conferenza stampa per presentare i dettagli della cura d’austerità di cui la Francia ha bisogno per riprendere il controllo delle sue finanze: un piano di tagli da quasi 44 miliardi di euro, perché il paese è “sull’orlo del sovraindebitamento” e il pericolo rappresentato dalla situazione fiscale “deve essere affrontato oggi stesso”. “Ogni ora degli ultimi vent’anni il debito pubblico è aumentato di 12 milioni di euro. La dipendenza dal debito è diventata in Francia cronica”, ha detto il premier francese, definendo la legge di bilancio per il 2026 un “chiarimento necessario”. Ma Bayrou rischia di non essere il capo di governo che farà votare la più delicata legge di bilancio degli ultimi vent’anni.
Oggi il premier francese ha infatti annunciato di aver chiesto al presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, di convocare una sessione straordinaria all’Assemblea nazionale per l’8 settembre: in quell’occasione, l’esecutivo solleciterà la fiducia sulla “questione centrale” del “controllo delle nostre finanze” in seguito a una dichiarazione di politica generale. “Francois Bayrou ha appena annunciato la fine del suo governo, indebolito dalla sua compiacente inazione. Rn non voterà mai la fiducia a un governo le cui scelte fanno soffrire il popolo francese. I nostri connazionali attendono un cambio di governo e il ritorno alle urne: noi siamo pronti”, ha dichiarato il presidente del Rassemblement national, Jordan Bardella, dopo la conferenza, seguito da Marine Le Pen, che ha confermato la sfiducia e invocato “lo scioglimento” dell’Assemblea nazionale come unico strumento “che permetterà ai francesi di scegliere il proprio destino”. Anche i partiti della sinistra, France insoumise, Partito comunista e Verdi hanno annunciato che il prossimo 8 settembre staccheranno la spina al governo Bayrou. E’ soltanto l’inizio del lungo autunno caldo francese.

L'editoriale dell'elefantino