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Editoriali
Gli occhi su Novi Sad
La violenza delle proteste serbe – nate contro appalti e corruzione – ci riguarda, anche se non sventola la bandiera dell'Ue
La Serbia protesta da nove mesi e più passa il tempo più il movimento studentesco che si è formato a Novi Sad si espande e la rottura con il governo e con il presidente Aleksandar Vucic si fa violenta. L’origine delle proteste nasce da una ragione pratica: gli appalti e la corruzione. Gli studenti sono scesi in strada dopo il crollo di una pensilina nella stazione di Novi Sad a novembre dello scorso anno. Per l’incidente morirono 15 persone. La ristrutturazione della stazione era stata affidata a due aziende cinesi: China Railway e China Communications Construction Company. La reazione della popolazione di Novi Sad fu forte, si è trasformata in una proposta nazionale contro la mancanza di trasparenza del governo e del presidente che cercò di placare la situazione sostituendo il premier. La piazza non si è accontentata e le proteste sono iniziate anche in altre città, inclusa la capitale Belgrado, dove vanno avanti ancora oggi.
Le ultime notti sono state di botte e incendi: la polizia dice di avere a che fare con dei violenti, i ragazzi dicono di essere stati caricati dalla polizia. Vucic ha dei maestri, è alleato del primo ministro ungherese Viktor Orbán, ospite frequente delle parate della vittoria di Vladimir Putin a Mosca e intrattiene un ottimo rapporto anche con il leader cinese Xi Jinping. Ha dei modelli, non contempla il dissenso e non ha intenzione di stare ad ascoltare le proteste. Le sue minacce contro gli studenti, molti dei quali cacciati dalle università, non sono servite a fermare la piazza. Spesso, quando nelle capitale dell’Unione europea vediamo una protesta in un paese ai nostri confini, tendiamo a pensare che siano per l’adesione al nostro mondo, alla nostra Ue. Invece capita che non sia così, come in Serbia, dove Bruxelles non è nei pensieri dei ragazzi che protestano. Anche senza bandiere dell’Ue, le manifestazioni di Novi Sad, Belgrado e della maggior parte delle città serbe meritano attenzione, perché la situazione è esplosiva, va studiata e tenuta d’occhio.