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Editoriali

Mzia Amaghlobeli condannata

Redazione

La giornalista georgiana è diventata un simbolo di resistenza e la sua condanna è stata vista come uno degli infiniti tentativi da parte delle autorità di dimostrare che la la resistenza e l’opposizione vengono punite. Nel paese crescono i detenuti politici ma la protesta non si svuota

La giornalista georgiana Mzia Amaghlobeli è stata condannata a due anni di carcere con l’accusa di aver opposto resistenza alle forze dell’ordine e usato violenza contro la polizia. Amaghlobeli è la fondatrice di due testate che in questi ultimi anni hanno raccontato come il partito di governo, Sogno georgiano, ha messo in atto un assalto alla democrazia sempre più aggressivo con il risultato di sradicare parte delle istituzioni del paese, allontanare il suo cammino verso l’Unione europea e renderlo più legato alla Russia. Sogno georgiano ha copiato e incollato molte leggi del Cremlino, lo ha seguito nel modus operandi della repressione, incluse le misure  per limitare la libertà di stampa. Amaghlobeli ha sempre partecipato alle proteste che hanno come luogo simbolo viale Rustaveli di Tbilisi, ma in realtà si svolgono in molte parti della Georgia, inclusa Batumi, città dove vive la giornalista e dove è stata arrestata. Amaghlobeli, durante una protesta, ha dato uno schiaffo al capo della polizia di Batumi. Era già stata arrestata due volte e aveva  ricevuto minacce da parte degli agenti che sono diventati sempre più aggressivi nei confronti dei manifestanti.

La giornalista ha denunciato maltrattamenti fisici anche durante la sua ultima detenzione, quando aveva iniziato uno sciopero della fame per sensibilizzare il mondo nei confronti della situazione georgiana e del trattamento di giornalisti e oppositori nelle carceri. Per i georgiani Mzia Amaghlobeli è diventata un simbolo di resistenza e la sua condanna è stata vista come uno degli infiniti tentativi da parte delle autorità di dimostrare che la dissidenza, la resistenza e l’opposizione vengono punite. I georgiani hanno iniziato a manifestare con costanza dalla primavera dello scorso anno. Ancora oggi, ordinati e compatti, manifestano, affrontano la polizia. Il numero dei detenuti politici cresce rapidamente. Un’altra Bielorussa cresce ai confini dell’Unione europea.

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