
Emmanuel Macron (Ansa)
La svolta della fermezza
Macron sospende l'accordo sui visti con Algeri. La linea intransigente
“La Francia deve essere forte e farsi rispettare”, dice il presidente francese esortando il suo primo ministro, François Bayrou, ad agire “con maggiore fermezza e determinazione” nei confronti dell’Algeria che in questi mesi ha trascurato le richieste di dialogo su vari dossier, dai migranti alla sicurezza
La svolta della fermezza. E’ quella che il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha chiesto al suo primo ministro, François Bayrou, nei rapporti con l’Algeria di Abdelmadjid Tebboune, con cui è in corso una crisi politico-diplomatica inedita dai tempi della guerra di indipendenza algerina.
In una lettera inviata mercoledì, che il Figaro ha reso pubblica, il presidente francese ha esortato il capo dell’esecutivo ad agire “con maggiore fermezza e determinazione” nei confronti dell’Algeria e a “prendere ulteriori decisioni”, alla luce della scelta deliberata di Tebboune di trascurare in questi mesi le richieste di dialogo su vari dossier, dalla questione migratoria a quella securitaria.
“La Francia deve essere forte e farsi rispettare”, ha scritto Macron. Per giustificare il giro di vite, l’inquilino dell’Eliseo ha citato anzitutto la detenzione arbitraria dello scrittore franco-algerino Boualem Sansal, condannato a cinque anni di reclusione per “attentato all’unità nazionale” in ragione di un’intervista sgradita al regime di Tebboune, e del giornalista francese Christophe Gleizes, condannato a sette anni di carcere in Algeria per “apologia del terrorismo” dopo un reportage e presunti legami con un movimento cabilo considerato dal governo algerino un’organizzazione terroristica. Ma Macron, nella lettera, fa anche riferimento al “mancato rispetto da parte dell’Algeria dei propri obblighi” in materia di immigrazione, nonché alla “cessazione della cooperazione dei diciotto consolati algerini presenti sul nostro territorio con i servizi dello stato”.
Tra le misure chieste a Bayrou, la più importante è la sospensione formale dell’accordo del 2013 con Algeri relativo alle esenzioni dai visti per i titolari di passaporti diplomatici e di servizio algerini. Macron vuole anche un coordinamento a livello europeo. In questo senso, ha chiesto al premier di sollecitare il ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, affinché convinca i paesi dell’area Schengen ad aiutare la Francia nell’applicazione della nuova politica restrittiva sui visti, al fine di limitare la circolazione di alti ufficiali di Algeri sul suolo europeo. I contenuti della missiva hanno fatto sobbalzare ieri pomeriggio la diplomazia algerina. Parlando di una lettera che “esonera la Francia da ogni responsabilità e attribuisce tutta la colpa alla parte algerina”, il ministero degli Esteri di Algeri, in un comunicato, ha puntato il dito contro la decisione unilaterale di Parigi di sospendere l’accordo del 2013 e annunciato l’applicazione del principio di reciprocità. “D’ora in poi, i visti concessi ai titolari francesi di passaporti diplomatici e di servizio saranno soggetti alle stesse condizioni che la parte francese imporrà ai loro omologhi algerini”, si legge nel comunicato.
Da Algeri, la stampa vicina al regime di Tebboune scrive che Macron, con questa mossa, ha scelto di stare dalla parte del suo ministro dell’Interno, Bruno Retailleau, difensore di una linea intransigente con Algeri. I rapporti tra Francia e Algeria hanno iniziato a deteriorarsi nel luglio del 2024, quando Parigi ha deciso di appoggiare le rivendicazioni del Marocco sul Sahara occidentale, territorio non autonomo conteso tra Rabat e gli indipendentisti del Fronte Polisario, movimento sostenuto dall’Algeria. L’arresto di Sansal, i ripetuti rifiuti da parte di Algeri di riprendersi i propri cittadini oggetto di un ordine di espulsione dalla Francia e il sequestro sul suolo francese nell’aprile 2024 dell’influencer algerino Amir Boukhors, oppositore di Tebboune, hanno ulteriormente aggravato la situazione. Ieri Bayrou ha dichiarato che la Francia “non è in uno stato di conflitto perpetuo” con Algeri e spera “un giorno di ritrovare delle relazioni equilibrate e giuste”. Ma quel giorno è ancora lontano.