
Evyatar David (LaPresse)
Dopo 670 giorni, la Croce Rossa attacca Hamas per gli ostaggi israeliani
Finalmente l'organizzazione umanitaria si dice “scioccata” per le inumane condizioni in cui il gruppo terrorista tiene gli israeliani rapiti. Il vergognoso precedente dei lager nazisti
Il 14 dicembre 2023, il premier israeliano Benjamin Netanyahu incontrò a Tel Aviv la presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa Mirjana Spoljaric. Netanyahu le descrisse le condizioni disumane in cui Hamas teneva gli ostaggi e l’urgenza di fornire loro cibo e medicine. “Avete ogni mezzo, ogni diritto e ogni aspettativa per esercitare pressione pubblica su Hamas”, disse Netanyahu. Spoljaric rispose: “Non funzionerebbe”. A 670 giorni dall’inizio della guerra, la Croce Rossa esorta Hamas a dare cibo e medicine agli ostaggi. Un cambiamento di posizione che arriva pochi giorni dopo che Hamas ha diffuso video che mostrano ostaggi israeliani pelle e ossa e che si scavano la fossa sotto Gaza.
I terroristi di Hamas hanno risposto che avrebbero accettato di fornire cibo e medicine agli ostaggi, se Israele avesse aperto i valichi di frontiera per gli aiuti umanitari (valichi aperti, ma che Hamas assalta non appena entra il cibo). “La Croce Rossa è scioccata dai video orribili pubblicati. Dovrebbero ricevere un trattamento umano e condizioni adeguate”.
Uno storico direttore del Comitato internazionale della Croce Rossa è Pierre Krähenbühl, nominato capo dell’Unrwa, un’agenzia nota per la collusione con Hamas.
Il 19 gennaio scorso, in seguito all’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, tre donne israeliane sono state rilasciate dopo 471 giorni a Gaza. Gli ostaggi sono stati trasferiti sui veicoli della Croce Rossa, dove sono stati scherniti da una folla che si è schiacciata contro i finestrini al grido di “Allahu Akbar”. I funzionari della Croce Rossa non hanno fatto nulla per interferire con questa oscena dimostrazione di umiliazione pubblica. Al contrario, i funzionari in uniforme della Croce Rossa hanno obbedito quando i terroristi di Hamas hanno consegnato loro “certificati di completamento da firmare”. Le tre donne sono state quindi costrette a tenere questi documenti mentre venivano scattate le loro foto, come se fossero venute a Gaza per corsi universitari. Il video di Evyatar David nei tunnel di Gaza forse nella Croce Rossa rievocano la vergognosa inazione della stessa durante l’Olocausto, quando i suoi funzionari ignorarono le prove dei campi di sterminio e presentarono il ghetto di Theresienstadt come un “modello”, il che lo portò a far circolare un falso rapporto in cui si affermava che gli ebrei non venivano trasferiti nelle camere a gas. Ci vollero sessant’anni, un’enorme pressione e l’emergere di documenti che rivelavano la duplicità morale dell’organizzazione prima che la Croce Rossa chiedesse scusa.
Se le organizzazioni umanitarie avessero davvero a cuore la condizione dei palestinesi, c’è una richiesta a Hamas che avrebbero ripetuto senza sosta ogni singolo giorno per gli oltre 670 giorni trascorsi dal 7 ottobre: disarmatevi e rilasciate gli ostaggi. Invece, oltre cento ong (fra cui Amnesty, Caritas, ActionAid, Unponteper e tante altre) hanno appena rilasciato una condanna di Israele. Non una parola su Hamas, il terrorismo e i cinquanta ostaggi, vivi e morti, che agonizzano sotto Gaza, il famoso ghetto.