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Editoriali

Orbán ha scelto Putin e non Trump

Redazione

Il premier ungherese critica il leader americano: non è un leader abbastanza forte da tenere gli europei dalla sua parte e cambiare la loro posizione sulla guerra

Il premier ungherese Viktor Orbán è stato molto impegnato a presenziare al Mcc fest, un evento organizzato dal Collegio Mattia Corvino nella città di Esztergom. E’ un’occasione in cui il premier si concede, chiacchiera, tiene discorsi, parla con i giovani e risponde alle loro domande. Uno studente gli ha ricordato della sua ammirazione per il presidente americano Donald Trump e delle aspettative sulle capacità del presidente americano di far finire la guerra in Ucraina. Orbán non dà mai torto ai suoi elettori o presunti tali e ha dato ragione al ragazzo anche sul fatto che sia difficile seguire gli annunci del presidente americano, che minaccia e poi ritratta. Il premier ungherese è stato uno dei primi ammiratori del capo della Casa Bianca, i repubblicani trumpiani hanno un rapporto stretto con gli uomini di Orbán e Trump una volta ha addirittura citato il primo ministro ungherese in un suo discorso, lodando la sua capacità di mettersi di traverso e ostacolare le decisioni europee, successo che richiede ben poca abilità in un sistema in cui vige il diritto di veto.

Nelle ultime settimane Trump ha iniziato a prendere sul personale i rifiuti di Vladimir Putin per raggiungere un cessate il fuoco in Ucraina. Il capo della Casa Bianca ha alzato i toni, minacciato sanzioni, dato il via libera per un sistema di vendita di armi americane agli europei da mandare a Kyiv. Tutto questo non fa parte dell’agenda di Orbán che dal 2022, quando la Russia ha dato inizio all’invasione di tutta l’Ucraina, non ha mai mancato di far sentire il suo sostegno a Putin, di contare per lui nei consessi europei ritardando le sanzioni alla Russia e di stringere affari con Mosca. Orbán ha detto agli studenti che Trump non è un leader abbastanza forte da tenere gli europei dalla sua parte e cambiare la loro posizione sulla guerra. Il premier ungherese ha le idee chiare: Trump è un debole, gli europei dei guerrafondai e lui, ancora una volta, ha scelto di stare dalla parte di Putin.

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