le trattative

Von der Leyen estende la sospensione delle contromisure ai dazi di Trump

David Carretta

Rinviati i provvedimenti europei su 21 miliardi di prodotti americani. La presidente della Commissione ha scelto di proseguire con il disarmo unilaterale: “Siamo stati sempre molto chiari, preferiamo una soluzione negoziata. E' ancora il caso: useremo il tempo fino al primo di agosto”

Bruxelles. Ursula von der Leyen ha scelto di proseguire con il disarmo unilaterale nei negoziati con Donald Trump per tentare di limitare i danni per l'Unione europea, dopo che il presidente americano ha annunciato dazi del 30 per cento sui prodotti europei dal primo di agosto. “Siamo stati sempre molto chiari, preferiamo una soluzione negoziata. E' ancora il caso: useremo il tempo fino al primo di agosto”, ha annunciato la presidente della Commissione in una conferenza stampa con il presidente dell'Indonesia, Prabowo Subianto.

Nonostante la richiesta del presidente francese, Emmanuel Macron, a von der Leyen di “affermare la determinazione dell'Ue di difendere gli interessi europei”, preparandosi a colpire prodotti e servizi americani, la presidente della Commissione ha deciso di aspettare ancora. Da domani dovevano tornare in vigore le contromisure europee su 21 miliardi di prodotti americani per rispondere ai dazi di Trump del 50 per cento su alluminio e acciaio. “Estenderemo la sospensione delle nostre contromisure fino all'inizio di
agosto”
, ha detto von der Leyen. Macron aveva chiesto di “accelerare” la preparazione per usare lo strumento anti coercizione che consente di colpire i servizi americani in caso di mancato accordo entro il primo agosto.

“Lo strumento anti coercizione è stato creato per situazioni straordinarie. Non ci siamo ancora. Questo è il momento per i negoziati”, ha risposto von der Leyen. La strategia del dialogo a ogni costo per cercare di arrivare a un accordo che limiti i danni è sostenuta da Germania e Italia, i principali esportatori verso gli Stati Uniti insieme all'Irlanda. Dopo la pubblicazione della lettera di Trump, il governo di Friedrich Merz ha chiesto alla Commissione di non cambiare linea. “L'Ue, nel tempo che rimane, ora deve negoziare in modo pragmatico una soluzione con gli Stati Uniti”, ha detto il ministro dell'Economia, Katherina Reiche. E' la stessa  linea del governo di Giorgia Meloni a Roma. “Non vogliamo lo scontro con gli Stati Uniti”, ha ribadito il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani. Eppure il disarmo non ha portato i suoi frutti. L'Ue è stata colta di sorpresa dalla lettera di Trump. Dopo aver sospeso tutte le rappresaglie commerciali ad aprile, la Commissione pensava di essere sul punto di concludere un accordo.

Venerdì scorso aveva detto agli ambasciatori dei ventisette Stati membri che stava solo aspettando il via libera della Casa Bianca. Poi sabato Trump ha pubblicato su Truth la lettera che era stata inviata il giorno prima alla presidente della Commissione. Contrariamente a Merz e Meloni, Macron ha reagito in modo molto duro alla lettera. “La Francia condivide una disapprovazione molto viva di fronte all0annuncio di dazi orizzontali del 30 per cento”, ha scritto su X il presidente francese.

“Questo annuncio arriva dopo settimane di impegno intenso della Commissione nei negoziati con gli Stati Uniti sulla base di un'offerta solida e in buona fede”. L'offerta a cui fa riferimento Macron è la bozza di accordo di principio che si trovava sulla scrivania
di Trump prima della lettera. L'Ue era pronta ad accettare il congelamento della situazione attuale, con piccole concessioni in alcuni settori da parte degli Stati Uniti: dazio di base del 10 per cento su tutti i prodotti, dazi del 50 per cento su alluminio e acciaio, dazi del 17 per cento sull'agroalimentare, dazi del 25 per cento sulle auto (con alcune eccezioni per chi produce auto in America).

La Commissione aveva spiegato di voler privilegiare la “stabilità” e la “prevedibilità” nei negoziati con Trump, accettando un accordo asimmetrico e rinunciando all'obiettivo “zero dazi per zero dazi” che era stato fissato all'inizio dei negoziati. La strategia del male minore finora non ha portato risultati e il disarmo unilaterale di Ursula von der Leyen è sempre più contestato. “Cedere di
nuovo è la cosa giusta da fare? Ho i miei dubbi”, ha commentato l'europarlamentare Bern Lange, presidente della commissione Commercio al Parlamento europeo. “Penso che il tempo dell'attesa fiduciosa sia finito”. Secondo Lange, Trump pensa di ottenere “ancora di più di quanto gli sia stato offerto finora nei negoziati. Non deve esserglielo permesso”. La Commissione – ha spiegato Lange – dovrebbe negoziare e adottare contromisure commerciali “allo stesso tempo”.

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