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La minaccia iraniana, anche in Italia

Giulia Pompili

Secondo il rapporto della Commissione intelligence e sicurezza del Parlamento inglese, Teheran è una minaccia per le democrazie occidentali e anche noi abbiamo fatto spesso i conti con gli hacker iraniani, nonostante il nostro sia uno dei paesi che tende più a minimizzare la portata della minaccia

Il lungo e dettagliato rapporto della Commissione intelligence e sicurezza del Parlamento inglese, presentato ieri, ci dice soprattutto due cose: la prima è che l’Iran è una minaccia diretta, imprevedibile alle democrazie occidentali. La seconda è che anche l’Italia, per quanto sia uno dei paesi europei che più tenda a minimizzare la portata della minaccia iraniana, ha fatto i conti spesso con gli hacker di Teheran. “La minaccia iraniana”, si legge nel rapporto, “è più mirata e opportunistica rispetto a quelle più strategiche provenienti da Russia e Cina. Tuttavia, la minaccia iraniana non va sottovalutata: è persistente e  imprevedibile. Sebbene l’Iran sia fondamentalmente un attore razionale, non sempre sembra agire in modo coerente ed è incline a fraintendere le azioni intraprese dagli altri”. Le minacce vanno dallo spionaggio alla destabilizzazione fino ai tentativi (a volte riusciti) di reprimere i critici della Repubblica islamica.

Secondo il rapporto, dall’inizio del 2022 all’agosto del 2023 si sono verificati almeno 15 tentativi di omicidio o rapimento ai danni di cittadini britannici o di individui residenti nel Regno Unito da parte di persone legate all’intelligence iraniana. E’ dal 2018 – dall’uscita di Trump dall'accordo sul nucleare – che le intelligence internazionali segnalano un ulteriore avanzamento nella qualità degli attacchi iraniani (poi è cambiato ulteriormente dopo il 2023). Proprio nel 2018, si legge nel rapporto, l’attacco hacker Shamoon 3 ha interrotto le operazioni di gas e petrolio italiane in medio oriente, distruggendo oltre 300 server e 100 computer.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.