
(foto EPA)
unione europea
Ursula e il voto: la scelta anti estremista necessaria per Meloni in Ue
Il promotore della mozione contro la presidente della Commissione fa parte del raggruppamento cui aderisce FdI. Per questo la premier ha l'occasione per rendere esplitico l'ingresso del suo partito nella maggioranza europea e per affrancarsi dalla compagnia degli estremisti di destra
La presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen oggi sarà sottoposta a una votazione sulla mozione di sfiducia presentata da parlamentari di estrema destra che, con il pretesto delle critiche alle procedure seguite per l’acquisto dei vaccini anti Covid della Pfizer, intendono contrastare la politica della commissione, soprattutto per quel che riguarda la fermezza della condanna all’aggressione russa all’Ucraina. L’esito è scontato, in primo luogo perché la maggioranza dell’investitura, popolari, socialisti e liberali, non è intaccata dalla provocazione dei contestatori della presidente. C’erano state, anche recentemente, espressioni di dubbi da parte dei socialisti e democratici, compresa parte del Pd, ma per una ragione assolutamente diversa, l’accusa di cedimenti alla “destra”, cioè alle intese sempre più evidenti con Giorgia Meloni. Appoggeranno la sfiducia alcuni esponenti del movimento 5 stelle, non è chiara la posizione che assumeranno quelli della Lega, da sempre all’opposizione della commissione.
Più rilevante sarà la scelta degli europarlamentari di Fratelli d’Italia. Il promotore della mozione, il rumeno Gheorghe Piperea, fa parte del raggruppamento al quale aderisce anche Fratelli d’Italia, ma i parlamentari non hanno firmato la mozione. Giorgia Meloni ha l’occasione per rendere esplicito il suo ingresso nella maggioranza che sostiene la Commissione e abbandonare la compagnia degli estremisti di destra, peraltro in maggioranza filo russi, con i quali la politica concretamente seguita dal governo italiano non ha niente da spartire. Naturalmente può rifugiarsi in una posizione ambigua, ma se lo farà commetterà un errore, che finirebbe col nuocere alla credibilità del partito, e questi sono fatti suoi, ma anche a quella del governo e quindi dell’Italia nel contesto europeo, e questo invece riguarda tutti. In un momento in cui è necessaria la massima coesione per contrastare le manovre russe e per fronteggiare le bizze americane, senza dimenticare l’aggressiva politica commerciale cinese, l’Italia, anche per la stabilità del suo governo, ha assunto un ruolo determinante in Europa. Buttare via tutto per seguire o non contrastare un manipolo di no-vax filorussi sarebbe proprio una fesseria.