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lo scontro

Musk lancia il suo nuovo partito. Trump: “Elon ha perso il controllo”

Redazione

Si chiama “America Party” la nuova formazione politica fondata dal numero uno di Tesla “per restituire la libertà” ai cittadini americani. “Penso sia ridicolo”, ha commentato l'inquilino della Casa Bianca, mentre le elezioni di midterm sono sempre più vicine

La tensione tra Elon Musk e Donald Trump sembra essere arrivata a un punto di non ritorno. Il 4 luglio, il giorno dell'Indipendenza, un sondaggio pubblicato su X dal magnate sudafricano ha raccolto l'esigenza del 65 per cento dei votanti di un nuovo partito creato e gestito proprio dallo stesso Musk: “È il momento perfetto per chiedersi se si vuole l'indipendenza dal sistema bipartitico (alcuni direbbero monopartitico)! Dovremmo creare l'America Party?”. Poco dopo, arriva l'annuncio: “Viviamo in un sistema monopartitico, non in una democrazia. Oggi, l'America Party è nato per restituirvi la libertà”, ha detto, ricordando come il paese rischi di finire "in bancarotta con sprechi e corruzione".

 

       

Mi rattrista vedere Musk perdere il controllo e trasformarsi in un disastro nelle ultime cinque settimane. Vuole anche lanciare un terzo partito che non ha mai avuto successo. Il sistema in vigore non li prevede”, ha scritto su Truth il presidente americano, alludendo al nervosismo di Musk per via dell'eliminazione dei sussidi per le auto elettriche: “Mi opponevo fin dall’inizio. Ho fatto campagna sulla loro abolizione quando Elon mi ha dato il suo sostegno. Mi aveva detto che non c’erano problemi”. Va ricordato, infatti, che Trump è ritornato alla Casa Bianca anche grazie al sostegno finanziario di 250 milioni proprio dell'imprenditore in campagna elettorale. “Penso che sia ridicolo fondare un terzo partito – ha proseguito il tycoon – i Democratici hanno perso la bussola, ma è sempre stato un sistema bipartitico, e credo che fondare un terzo partito non faccia altro che aumentare la confusione sembra davvero che sia stato sviluppato per due partiti. I terzi partiti non hanno mai funzionato, quindi può anche divertirsi, ma penso che sia ridicolo”. Critiche anche dal segretario al Tesoro americano Scott Bessent, che in un'intervista alla Cnn, affermando che i board delle società guidate Musk vorrebbero che tornasse a guidarle, e dunque “probabilmente non sono contenti dell'annuncio” di un nuovo partito. 

 

                  

Sullo sfondo dello scontro fra i due c'è parecchia economia. Proprio il 4 luglio il presidente americano ha firmato il "Big beautiful bill”: un enorme pacchetto di misure economiche (approvato in via definitiva dal Congresso il giorno prima) destinato a far aumentare in modo massiccio il deficit di bilancio degli Stati Uniti in quanto rende permanenti la maggior parte dei tagli fiscali, aumentando la spesa militare e tagliando, invece, Medicaid e i sussidi alimentari. Per quanto lodata dal tycoon,  la misura non è mai apprezzata dal numero uno di Tesla: “Distruggerà milioni di posti di lavoro in America e causerà un immenso danno strategico al nostro paese”, si legge in un suo post del 28 giugno.

   

Il successo elettorale della nuova avventura politica di Musk è ancora tutto da vedere. Nel frattempo il miliardario ha già chiarito la sua strategia: “Un modo per raggiungere questo obiettivo sarebbe concentrarsi su soli 2 o 3 seggi al Senato e 8-10 distretti della Camera" ha scritto su X, sottolineando che “dati i margini legislativi ridottissimi, questo sarebbe sufficiente per fungere da voto decisivo sulle leggi controverse, garantendo che servano la vera volontà del popolo”. Le elezioni di midterm del 2026 sono dietro l'angolo, e non è escluso che l'incursione del magnate possa compromettere la possibilità dei repubblicani di proteggere la propria maggioranza al Congresso.