
I cameraman sistemano le loro attrezzature davanti a uno striscione con il volto del candidato presidenziale Lee Jae-myung (Daniel Ceng/Getty Images)
editoriali
La Corea del sud cambia verso. Il nuovo presidente è Lee Jae-myung
Dopo che il presidente conservatore Yoon Suk-yeol a dicembre aveva dichiarato la legge marziale ed era stato destituito, la vittoria alle nuove elezioni è andata al Partito democratico. Ora sta a loro mettere ordine nel caos
Alla fine ce l’ha fatta Lee Jae-myung. Ci aveva provato già tre volte, l’ultima alle elezioni del 2022, perdendo la presidenza contro il conservatore Yoon Suk-yeol per poco meno dell’1 per cento dei voti. Poi Yoon a dicembre aveva dichiarato la legge marziale, era stato destituito, e in sei mesi nella politica sudcoreana è successo di tutto. Il risultato delle elezioni di ieri era abbastanza scontato: i conservatori non sarebbero riusciti a recuperare, e la vittoria è andata al Partito democratico. Secondo i dati del consorzio Korea Election Pool, Lee ha ottenuto il 51,7 per cento dei voti, superando di oltre 12 punti percentuali il rivale conservatore Kim Moon-soo (39,3 per cento). Terzo, ma distaccato, sarebbe arrivato come previsto il controverso candidato Lee Jun-seok, del New Reform Party, con il 7,7 per cento dei voti.
Il Partito democratico, che controlla già 171 dei 300 seggi dell’Assemblea nazionale, ottiene ora anche l’esecutivo. La speranza dei sudcoreani (l’affluenza alle urne ha superato il 79 per cento, il dato più alto dal 1997) è che questa nuova fase governativa possa accelerare promesse e riforme in un paese con una crescita in rallentamento, influenzata dall’invecchiamento della popolazione e dall’instabilità causata dai dazi di Trump, oltre che dalle crescenti tensioni con la Corea del nord. È anche per questo che Lee assumerà la carica subito dopo la conferma ufficiale della sua vittoria da parte della Commissione elettorale nazionale, per la prima volta nella storia senza il consueto periodo di transizione di 60 giorni. Sarà immediatamente investito di tutti i poteri costituzionali, incluso il comando militare. E lui ha annunciato che formerà subito il suo governo, a partire dalla nomina del primo ministro. Ha promesso una politica bilanciata fra Cina e America, fra interessi nazionali e apertura alla Corea del nord, ma la sua stessa leadership rischia di essere incerta: Lee ha vari processi pendenti, che lui considera “politici”, ma non è chiaro se verranno sospesi per i prossimi cinque anni di mandato presidenziale.