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L'intervista
I crimini di Maduro alla vigilia di un voto cruciale in Venezuela
Domenica si vota per elezioni politiche e amministrative con cui il presidente venezuelano cerca di blindare il risultato dello scorso 25 luglio. “Queste elezioni sono fraudolente, perché convocate da un governo illegittimo”: colloquio con l'avvocata penalista Tamara Sujú
Domenica si vota in Venezuela per elezioni politiche e amministrative con cui Nicolás Maduro cerca di blindare quel risultato alle presidenziali dello scorso 25 luglio che gran parte del mondo non ha riconosciuto, in uno scenario di grande tensione su almeno tre fronti. Un primo fronte è interno, perché la leader dell’opposizione, María Corina Machado, chiama al ballottaggio (ha accettato invece di partecipare un settore guidato da Henrique Capriles, candidato alle presidenziali nel 2012 e 2013). Un secondo fronte di tensione si trova al confine: verranno eletti anche un governatore e otto deputati per il nuovo stato della Guayana Esequiba, 160 mila chilometri quadrati di territorio della Guyana. Voteranno 21.403 iscritti in una fascia di territorio contigua a quello contestato, malgrado le intimazioni a non farlo di Osa, Caricom e Corte internazionale di Giustizia. E un terzo fronte di tensione è la comunità internazionale, per la gran quantità di cittadini stranieri che sono detenuti in Venezuela. Tra loro c’è l’italiano Alberto Trentini, a cui il 16 maggio è stato consentito di parlare al telefono con la famiglia per la prima volta dopo 181 giorni di detenzione. Ma mercoledì era stato arrestato l’esperto di cybersicurezza argentino Gonzalo Carrasco, che per partecipare a un convegno era entrato col suo passaporto italiano. E’ stato liberato dopo poche ore, ma il governo di Buenos Aires ha avvertito i suoi cittadini che se vanno in Venezuela lo fanno a proprio rischio e pericolo.
“Anche i governi europei dovrebbero dire ai propri cittadini che non è il momento di andare in vacanza in Venezuela, se non vogliono correre il rischio di essere sequestrati”, dice al Foglio Tamara Sujú, avvocata penalista venezuelana specialista in diritti umani, direttrice del Casla Institute che aggiorna la situazione dei diritti umani in Venezuela con continui rapporti. Uno, sulle torture utilizzate dal regime, fu presentato l’anno scorso al Parlamento italiano. Un altro di 108 pagine è stato illustrato da poco a Washington, presso la sede dell’Osa, sui rapporti del regime di Maduro con altri regimi autoritari e gruppi delinquenziali. Ma faceva anche la lista di 31 stranieri detenuti “Ma il regime dice che sarebbero addirittura 130. Non dice i nomi, non dice dove sono detenuti, ma dice che sono terroristi e che cospiravano”.
Ma come mai a Trentini e anche ad altri è stato ora consentito di chiamare? “Credo che stiano subendo una certa pressione internazionale, nel momento in cui sono denunciati per sparizione forzata anche da Onu e Commissione interamericana per i diritti umani. Ma anche di centinaia di detenuti venezuelani non si sa esattamente dove si trovino”. E’ possibile che queste telefonate siano una pressione verso i governi di questi detenuti? Come dire: noi li liberiamo, se ci riconoscete i risultati elettorali, o fate altre concessioni. Dopo la liberazione dello statunitense Joseph St. Clair l’inviato di Trump, Richard Grenell, aveva garantito una proroga di 60 giorni alla licenza di operare alla Chevron, anche se poi il dipartimento di stato aveva smentito. “Ci potranno pure pensare, ma dubito che un governo democratico possa riconoscere un regime criminale solo per liberare un cittadino. Queste elezioni sono fraudolente, perché convocate da un governo illegittimo che non ha riconosciuto di aver perso le elezioni senza mai mostrarne i verbali. Ogni giorno, poi, in Venezuela arrestano dalle due alle quattro persone. Come si può votare con una pistola puntata alla testa?”. L’ultimo rapporto Casla insiste molto sul rapporto tra Maduro e Putin.
“Il regime di Maduro è un’organizzazione criminale transnazionale. I suoi crimini trascendono i confini, nel traffico internazionale di droga, nel riciclaggio del’'oro e il traffico delle nostre risorse naturali a livello internazionale. E’ alleato delle Farc e dell’Eln, l’Esercito di Liberazione nazionale colombiano, è alleato dell’Iran e della Russia. Il regime di Maduro commette crimini contro l’umanità all’interno e all’esterno del Venezuela, perseguitando dissidenti e persino uccidendoli, come hanno fatto con il tenente Ronald Ojeda in Cile. Russia e Cuba hanno molta esperienza e possono insegnare come restare al potere attraverso la repressione. Ecco perché vendono armi e addestrano funzionari e ufficiali nelle tecniche di repressione. Il regime venezuelano non dovrebbe essere visto come un pericolo solo per i venezuelani, ma come un pericolo regionale e internazionale”.