
Ansa
“Nessun dorma”. Mattarella si unisce a Draghi e Letta per dare una sveglia all'Ue
I tre rappresentanti dell’europeismo italiano denunciano i rischi dell’immobilismo. L’allerta inascoltata. “Uscire dalla lentezza”
Bruxelles. Ursula von der Leyen e António Costa assicurano di aver sentito il “Nessun dorma” di Sergio Mattarella all’Unione europea. “Abbiamo ascoltato il suo appello e oggi discuteremo di come rispondere”, ha detto la presidente della Commissione, incontrando ieri il presidente della Repubblica. “L’Europa è in allerta e pronta, nessuno dorma”, ha scritto su X il presidente del Consiglio europeo. Gli incontri sono stati cordiali e calorosi. Ma Mattarella non ha rinunciato a ribadire il messaggio che aveva lanciato una settimana fa a Coimbra sui “rischi dell’immobilismo”. Con Mario Draghi ed Enrico Letta, il presidente della Repubblica cerca di scuotere una leadership europea che appare paralizzata. Ma i tre rappresentanti dell’europeismo italiano classico faticano a farsi ascoltare.
Martedì, durante l’incontro con il presidente del Consiglio europeo, António Costa, Mattarella ha insistito sulla necessità di uscire dalla “lentezza” decisionale che costringe l’Ue ad accodarsi alle decisioni “prese da altri”. L’intervento di ieri davanti a Ursula von der Leyen e alla sua Commissione è stato più articolato. Di fronte alla minaccia della Russia e al disimpegno degli Stati Uniti, Mattarella ha sottolineato il dovere di “colmare con urgenza i ritardi accumulati nel corso di decenni in cui gli stati membri non hanno saputo convergere su scelte condivise per rafforzare la capacità di difesa comune”. È una “sfida cruciale per un’Ue che voglia affermarsi quale soggetto geopolitico capace di incidere su scala planetaria”. Il presidente della Repubblica ha toccato anche un tema tabù, quello delle riforme istituzionali. “Una Unione allargata dovrà essere, necessariamente, anche una Unione più forte e più coesa”. Mattarella ritiene che il ciclo istituzionale 2024-29 debba “compiere un vero e proprio salto di qualità per una riforma complessiva dell’Unione, in grado di trovare l’equilibrio nell’attuazione delle priorità europee e in un rafforzamento della struttura istituzionale”.
Le rassicurazioni di von der Leyen e Costa dopo l’appello al “Nessun dorma” sono più formali che sostanziali. I leader delle istituzioni dell’Ue non condividono lo stesso senso d’urgenza di Mattarella. Né quello che è stato espresso da Mario Draghi ed Enrico Letta dopo la pubblicazione dei rispettivi rapporti sul futuro della competitività europea e del mercato interno. Sono passati nove mesi da quello di Draghi e oltre un anno da quello di Letta. La Commissione von der Leyen II è in carica dal primo dicembre scorso. Ma, al di là di un esercizio limitato e frammentato di semplificazione, i temi più controversi non sono stati ancora affrontati con proposte di regolamenti o direttive. La creazione di un’unione dei mercati dei capitali o il completamento dell’unione bancaria rimangono slogan. La Commissione finora ha prodotto solo strategie, libri bianchi e road map. E’ accaduto anche ieri con la Strategia sul mercato interno presentata dal vicepresidente della Commissione, Stéphane Séjourné.
Nei suoi discorsi e articoli Mario Draghi ha denunciato spesso i dazi interni all’Ue dovuti agli ostacoli al mercato interno che costano di più dei dazi americani. “Un recente studio del Fondo monetario internazionale ha mostrato come l’eccesso di regolamentazione e specialmente la sua frammentazione abbiano contribuito a creare delle barriere interne al mercato unico che equivalgono a un dazio del 45 per cento sui beni manifatturieri e del 110 per cento sui servizi”, ha detto Draghi. La Strategia sul mercato interno fissa l’obiettivo di eliminare le barriere alla libera circolazione di merci e servizi all’interno dell’Ue, in particolare i “terribili dieci” (regole commerciali complicate; norme complesse; mancanza di titolarità da parte degli stati membri; riconoscimento limitato delle qualifiche professionali; mancanza di norme comuni; norme frammentate sugli imballaggi; mancanza di conformità dei prodotti; regolamentazione nazionale dei servizi restrittiva e divergente; norme onerose per il distacco dei lavoratori nei settori a basso rischio; vincoli territoriali di approvvigionamento ingiustificati). Ma i regolamenti e le direttive dovranno attendere. Gran parte delle proposte elencate della Strategia sul mercato interno sarà presentata solo nel 2026. In un’intervista al Financial Times, Enrico Letta ha criticato alcuni aspetti della Strategia presentata da Séjourné e ha lanciato un avvertimento contro “l’inerzia”. In un discorso al Parlamento europeo il 18 febbraio scorso, constatando i ritardi accumulati nell’attuazione delle raccomandazioni del suo rapporto, Draghi aveva mostrato la sua irritazione con una frase. “Quando mi chiedete cosa è meglio fare ora dico boh, ma fate qualcosa!”. Sono trascorsi altri tre mesi.