
Foto Ap, via LaPresse
Vita grama per gli studenti stranieri nel Regno Unito (ma forse l'Ue li salva)
In base alle nuove regole annunciate nel libro bianco di ieri e ancora non approvate, verrà ridotta da 2 anni a 18 mesi la finestra di tempo in cui potranno restare nel paese dopo la laurea
Andare a lavorare in un pub per l’estate o trasferirsi nel Regno Unito dopo la laurea sarà più complicato. Il paese non ha tanto paura di chi arriva, ma di chi resta. A partire dagli studenti stranieri, necessari per tenere in vita casse e reputazione delle università britanniche, ma a cui, in base alle nuove regole annunciate nel libro bianco di ieri e ancora non approvate, verrà ridotta da 2 anni a 18 mesi la finestra di tempo in cui potranno restare nel paese dopo la laurea.
Per il dottorato, saranno tre anni, e pare che il governo volesse andare più in là per chiudere una delle più importanti porte d’accesso al paese: si inizia come studenti e poi ci cercano subito altre strade per restare. Chi sponsorizza gli studenti internazionali dovrà rispondere a requisiti più stringenti e avranno un tetto al numero di studenti che possono accogliere. Inoltre gli istituti dovranno pagare una tassa, circa al 6 per cento, sulle entrate da studenti stranieri, da investire in formazione. Misure che non hanno ancora trovato una loro forma definitiva e che devono superare varie tappe prima di diventare realtà, così come il programma di mobilità dei giovani europei sul tavolo del vertice Uk-Ue, con cui si aprirebbero invece le porte a un sistema “intelligente e controllato” dedicato ai giovanissimi che vogliono studiare e lavorare. Resta il fatto che assumere un lavoratore straniero che l’inglese non lo sa bene e lo vuole imparare sarà più oneroso, faticoso, complesso.