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Il mistero
La dissidente bielorussa scomparsa a Cuba è un caso europeo
Le autorità di Varsavia indagano sulla sparizione di Anzhelika Melnikova, cittadina polacca e fra le figure più importanti della resistenza al regime bielorusso. Ma si inizia a sospettare che sia stata arrestata per essere consegnata al regime di Lukashenko
Oppositrice bielorussa e cittadina polacca, Anzhelika Melnikova è scomparsa da oltre due mesi dopo un viaggio turistico a Cuba e ora si inizia a sospettare che sia stata lì arrestata per essere consegnata al regime di Lukashenko. Le autorità di Varsavia stanno ora indagando. Trentasette anni, laureata all’Università statale di linguistica di Minsk e all’Università statale di Economia della Bielorussia, Melnikova aveva fatto carriera alla Coca-Cola HBC Belarus, dove era diventata vicedirettore generale. Dopo aver aderito alle proteste civili contro Lukashenko era stata multata, e nel 2020 decise di trasferirsi con la sua famiglia in Polonia, dove aveva radici. Per questo aveva ottenuto la cittadinanza polacca quasi subito, ma aveva continuato a collaborare con varie sigle dell’opposizione a Lukashenko: dalla Fondazione Biolerussia-2020, che assiste i rifugiati politici in Polonia, alla Gestione popolare anticrisi. Nel 2022 fu promotrice della Fondazione Libertà di Bielorussia, e nel maggio dell’anno scorso alle elezioni per il Consiglio di coordinamento dell’organizzazione Bypol si unì alla Equipe Latushko e al Movimento per la Libertà, venendo eletta presidente del Tribunale costituzionale in esilio.
E’ stato Pavel Latushko, capo della Gestione popolare anticrisi e rappresentante del gabinetto congiunto di Transizione delle Forze democratiche di Bielorussia, a fare la denuncia sulla scomparsa alle autorità polacche, ricordando che data la sua cittadinanza il caso tira in ballo anche l’Unione europea. Il leader di Bypol Alexander Azarov ha detto al canale polacco Belsat che la cosa più probabile è che la donna sia volata a Cuba in vacanza, sia stata arrestata e poi consegnata al regime di Minsk.
Angelica Melnikova, forse la figura più importante della resistenza bielorussa dopo Svetlana Tikhanovskaya, aveva detto ai suoi cari che stava progettando di andare in vacanza, ed era partita dalla Polonia il 26 febbraio per Londra insieme alle sue due figlie, di 13 e 17 anni. Dal 25 marzo scorso non se ne sa più niente. In precedenza aveva detto di essere malata di Covid, e il 13 di quel mese qualcuno ha usato il suo telefono per accedere ai file del Consiglio di coordinamento Bypol da un presunto indirizzo IP bielorusso. Le figlie sono intanto finite in Bielorussia, dove ad aprile sono state consegnate al suo ex marito. Azarov ha respinto l’ipotesi che Melnikova sarebbe scappata con la cassa, perché c’erano solo centomila euro. Ritiene invece che abbia trascorso del tempo con le figlie a Londra, per poi volare a Cuba. “Nel 2022, ho incontrato Angelika a un forum economico a Karpacz e mi ha detto che sarebbe andata in vacanza a Cuba”, ha spiegato. “Era appena arrivata, mi ha mostrato i sigari che aveva comprato lì, ha detto che le era piaciuto molto e che Cuba era un paese molto economico, una vacanza meravigliosa. Ci era andata da sola, a quanto pare”. A quell’epoca, però, non era ancora un personaggio importante dell’opposizione. Azarov ipotizza anche che abbia detto di essere malata perché dire di andare in vacanza avrebbe potuto essere visto male negli ambienti degli oppositori. E anche che il regime di Lukashenko abbia organizzato il rapimento ma non abbia poi celebrato la cattura come in altri casi, per essersi reso conto che nel frattempo la donna aveva acquisito la cittadinanza polacca, e quindi ne sarebbero seguite complicazioni.
Cuba non fa comunque mistero della sua cooperazione con le autorità bielorusse. I due regimi mantengono stretti rapporti economici e militari, i motori bielorussi sono considerati di “importanza strategica” per l’agricoltura cubana, e i paesi hanno un piano commerciale reciproco che prevede lo scambio di prodotti come rum e caffè in cambio di macchinari agricoli. Inoltre, la Bielorussia ha inviato aiuti umanitari a Cuba a seguito delle calamità naturali del 2024.
Azarov ha ricordato vari precedenti. Vasil Veremeychik, un militare contrario a Lukashenko che aveva combattuto contro l’invasione russa dell’Ucraina come membro dei volontari internazionali, fu arrestato nel 2024 in Vietnam, dove si trovava, e poi estradato in Bielorussia. Anche due colombiani di ritorno dall’Ucraina dopo avevano combattuto contro gli invasori sono stati arrestati durante uno scalo all’aeroporto internazionale di Maiquetía, in Venezuela, e inviati in Russia nell’agosto 2024, per essere processati come mercenari.
