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In Moldavia vince Sandu e il Sì al referendum sull'Ue
I moldavi hanno dato il via libera all'inserirmento in costituzione dell'obiettivo di aderire all'Ue: 50,31 per cento i voti a favore, 49,69 per cento quelli contrari. Secondo il governo moldavo, la Russia avrebbe speso fino a 100 milioni di euro per interferire nelle elezioni
Nel primo turno delle elezioni presidenziali in Moldavia, la presidente uscente Maia Sandu è arrivata nettamente in testa, ma il risultato del referendum sull'Unione europea - ossia per inserire in costituzione l'obiettivo di aderire all'Ue - è stato in bilico sino all'ultimo (alle 7 di questa mattina, quando il 98 per cento delle sezioni scrutinate, meno di cento voti separavano i “sì” dai “no”): 50,08 a 49,92 per cento dopo un'intensa campagna di interferenze da parte della Russia di Vladimir Putin. I Sì hanno superato di poco i No: 50,31 per cento contro il 49,69 per cento. Va detto che la consultazione referendaria non è comunque vincolante.
Il voto della diaspora è stato decisivo per permettere ai “sì” di recuperare terreno nel corso della notte e le ultime schede dovrebbero far pendere l'ago della bilancia a favore dell'Ue. Una vittoria dei “no” metterebbe in dubbio il percorso di integrazione della Moldavia che ha ottenuto lo status di paese candidato nel giugno 2023.
Le autorità moldave avevano avvertito che circa 14 milioni di euro di fondi russi sono stati convogliati direttamente sui conti di 130.000 moldavi nel tentativo di comprare i loro voti in chiave anti europea. L'oligarca filo-russo Ilan Shor, che aveva guidato le operazioni segrete del Cremlino in Moldavia, ha pubblicamente offerto denaro per votare contro l'integrazione nell'Ue. Complessivamente, il governo moldavo stima che la Russia abbia speso fino a 100 milioni di euro per interferire nelle elezioni. Nelle presidenziali, Sandu ha ottenuto circa il 41 per cento dei voti, superando il candidato filo russo Alexandr Stoianoglo, che si è fermato al 26 per cento. Stoianoglo ha comunque ottenuto un risultato ben al di sopra di quanto previsto dai sondaggi. Il secondo turno decisivo per il futuro della Moldavia si terrà il 3 novembre.
In una breve dichiarazione alla stampa ieri sera, mentre lo scrutinio era ancora in corso, la presidente Maia Sandu ha denunciato "un attacco senza precedenti alla libertà e alla democrazia" della Moldavia da parte della Russia. "Gruppi criminali, collaborando con forze straniere ostili ai nostri interessi nazionali, hanno attaccato il nostro paese con decine di milioni di euro, menzogne e propaganda, utilizzando i mezzi più vergognosi per mantenere i nostri cittadini e il nostro paese intrappolati nell'incertezza e nell'instabilità". Sandu ha detto che c'è stato un tentativo di comprare 300 mila voti per minare il processo democratico. "non ci tireremo indietro per difendere la democrazia e la libertà. Stiamo aspettando i risultati finali e risponderemo con decisioni ferme", ha detto Sandu. L'Ue ha colto con un certo imbarazzo i risultati del referendum sull'inserimento dell'obiettivo dell'adesione nella Costituzione della Moldavia. Bruxelles era convinta di una facile vittoria dei “sì”. Il 10 ottobre la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, durante una visita a Chisinau aveva annunciato un pacchetto di aiuti da 1,8 miliardi di euro per sostenere l'economia del paese e la sua integrazione nell'Ue. Von der Leyen aveva definito il referendum come una scelta per decidere se "ancorare il futuro europeo della Moldavia alla costituzione".
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