i risultati
Arriva l'onda lepenista sulla Francia. Per il secondo turno si alleano la sinistra e i macroniani
Secondo i primi dati, il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella oltre il 30 per cento, ma per il secondo turno si uniscono il Fronte popolare della sinistra e la coalizione del presidente Macron
Secondo le prime proiezioni dell’istituto Ifop, il Rassemblement national (Rn) di Marine Le Pen e Jordan Bardella e i suoi alleati, a partire dal gollista ribelle Éric Ciotti, leader dei Républicains, hanno ottenuto il 34,2 per cento dei suffragi al primo turno delle elezioni legislative francesi. Un trionfo che era stato anticipato da tutti i sondaggi realizzati nei giorni scorsi e che proietta il principale partito sovranista francese verso Matignon, ossia alla guida del governo di Parigi. Il Nuovo fronte popolare, l’alleanza delle sinistre socialista, ecologista, comunista e mélenchonista, non supera la barra del 30 per cento, fermandosi al 29,1, mentre la maggioranza presidenziale, Ensemble, va poco oltre il 20 per cento: 21,5.
Il “momento di chiarificazione” – con queste parole Macron aveva giustificato lo scioglimento dell’Assemblea nazionale post europee – ha portato all’ascesa della destra sovranista nella maggior parte delle circoscrizioni, e in caso di maggioranza assoluta dei seggi (almeno 289) al termine del secondo turno (7 luglio), l’inquilino dell’Eliseo sarà costretto a nominare a Matignon Bardella, primo ministro designato da Rn.
Da sinistra, pur non rispondendo direttamente alle dichiarazioni di Macron, sono arrivati appelli alla creazione di un nuovo fronte repubblicano per sbarrare la strada al partito lepenista.
Place Publique, la formazione di Raphaël Glucksmann, ha invitato tutti i partiti arrivati in terza posizione a ritirare il proprio candidato dinanzi a Rn in caso di triangolari al secondo turno delle elezioni legislative, per massimizzare le possibilità di vittoria del candidato “repubblicano”. “La storia ci guarda e ci giudica”, ha scritto Place publique in un comunicato, invitando a “votare risolutamente” contro i candidati frontisti.
Marine Tondelier, segretaria nazionale di Europe Écologie Les Verts, ha chiesto la “costruzione di un nuovo fronte repubblicano” al secondo turno delle elezioni legislative. “Sarebbe incomprensibile se alcuni continuassero a non distinguere tra la sinistra e l’estrema destra”, ha detto Tondelier, invitando i “responsabili politici centristi”, dunque i candidati della coalizione macronista, a “ritirarsi se sono arrivati terzi nei triangolari e, se non si sono qualificati al secondo turno, a lanciare un appello a votare per un candidato che difenda i valori repubblicani”.
Lo stesso ha fatto Olivier Faure, primo segretario del Partito socialista. “Siamo di fronte a un risultato storico che ci obbliga ad agire. Per la prima volta l’estrema destra può governare. Ritireremo i nostri candidati non appena ci sarà il rischio che il Rassemblement national possa vincere”, ha dichiarato Faure su Tf1.
Jean-Luc Mélenchon, leader della France insoumise, pur definendo l’esito del primo turno “una pesante e indiscutibile sconfitta” della maggioranza presidenziale, si è accodato. In caso di triangolare, e se un candidato di sinistra arrivasse terzo e il candidato di Rn primo, “ritireremo la nostra candidatura, ovunque essa sia, in ogni circostanza. Non un solo voto in più, non un solo seggio in più per Rn. Le nostre indicazioni sono chiare, le nostre indicazioni sono semplici”, ha affermato Mélenchon.
L’affluenza alle urne ha raggiunto una percentuale record che non si registrava dal 1978. Poco sotto il 70 per cento (67,5 secondo Ipsos, 69,7 per Harris Interactive), ossia venti punti percentuali in più dell’affluenza al primo turno delle legislative del 2022, subito dopo la rielezione di Macron all’Eliseo. I primi segnali di una grande partecipazione dei francesi erano arrivati dall’affluenza in Nuova Caledonia, territorio nel sud del Pacifico. “L’affluenza stimata alle 12.00 (le 3:00 in Italia) era del 32,39 per cento. Alle elezioni precedenti, nel 2022, era stata del 13,06 per cento e del 15,76 years nel 2017”, ha dichiarato l’Alto commissariato della Repubblica in Nuova Caledonia.
Ma come si spiega questa mobilitazione? C’è la percezione di essere di fronte a un momento storico, a un bivio, a un momento cerniera della storia della Quinta Repubblica. Da una parte c’è chi vuole far saltare il tavolo, quelli che hanno votato Rn e alleati al primo turno, e dall’altra quelli che, nonostante l’operazione di “dédiabolisation” intrapresa da Marine Le Pen nel 2011, considerano Rn radioattivo, pericoloso per la democrazia e per la tenuta della République, e vogliono mantenere intatto il cosiddetto “cordone sanitario” anti estremisti. Di certo, dopo questo primo turno, si può dire che non c’è stato nessun “sussulto repubblicano”, come auspicato dal presidente Macron, nessuna diga repubblicana anti Rassemblement national.
Il presidente francese ha detto: “L’alta affluenza al primo turno di queste elezioni legislative testimonia l’importanza di questo voto per tutti i nostri connazionali e il desiderio di chiarire la situazione politica. La loro scelta democratica ci obbliga ad agire. Dinanzi al Rassemblement national, è giunto il momento di una grande coalizione risolutamente democratica e repubblicana per il secondo turno”, ha detto in una dichiarazione data all’Afp.
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