editoriali
In Francia la legge sull'immigrazione è stata decurtata
Il Consiglio costituzionale francese ha bocciato ampiamente la norma sui migranti votata a dicembre in un clima di grande tensione, cancellando le misure più restrittive che erano state imposte al governo
Le destre denunciano un “atto di forza” dei giudici, una “decisione politica”. La sinistra socialista e mélenchonista, ma anche il governo macronista, tirano invece un sospiro di sollievo. Ieri pomeriggio, il Consiglio costituzionale francese ha bocciato ampiamente la legge sull’immigrazione votata a dicembre in un clima di grande tensione, cancellando le misure più restrittive che erano state imposte ai macroniani, privi di maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale, dalla destra gollista (Républicains), e che avevano l’appoggio della destra sovranista (Rassemblement national). I nove “saggi” hanno censurato totalmente o parzialmente oltre un terzo degli articoli, trentasette su ottantasei, giudicandoli dei “cavalier legisatif”, ossia privi di un legame con il progetto di legge.
Fra gli articoli censurati figurano l’inasprimento delle condizioni di accesso alle prestazioni sociali per i non-europei e il giro di vite sui ricongiungimenti familiari: misure di “preferenza nazionale” che avevano fatto esultare Marine Le Pen e i suoi pasdaran (a dicembre, subito dopo la votazione, gridarono alla “vittoria ideologica”), ora cestinate.
Accanto a queste disposizioni, sono stati bocciati anche gli articoli sulla fine dell’automaticità dello ius soli per i bambini nati da genitori stranieri in Francia e l’introduzione del reato di “soggiorno irregolare”. “Il Consiglio costituzionale censura le misure di fermezza maggiormente condivise dai francesi: la legge sull’immigrazione è nata morta. L’unica soluzione è il referendum sull’immigrazione”, ha scritto su X Jordan Bardella, presidente del Rassemblement national. Il capogruppo dei deputati Républicains, Oliver Marleix, ha chiesto a Macron di reintrodurre le misure censurate in un progetto di legge sull’immigrazione versione 2. Il ministro dell’Interno e promotore della legge, Gérald Darmanin, ha manifestato invece la sua soddisfazione per la sentenza del Consiglio costituzionale, che ha “convalidato l’integralità del testo del governo”.
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