Donald Tusk (LaPresse)

editoriali

Bentornato Tusk, bentornata Polonia

Redazione

Il PiS non ottiene la fiducia come previsto, l'ex presidente del Consiglio europeo torna a essere il primo ministro della Polonia: ora si apre una nuova fase responsabile, inn equilibrio con conservatori, liberali e progressisti

È stata un’attesa lunga quasi due mesi, nessuno strappo costituzionale, tutto previsto, niente panico, soltanto paziente e laboriosa attesa. Donald Tusk torna a essere il primo ministro della Polonia, ha quattordici giorni per ottenere la fiducia, e il suo compito non è semplice. Sarà l’uomo che dovrà mettere in sesto il paese, le sue istituzioni, i suoi rapporti con l’Unione europea. Dovrà sistemare la tv pubblica che è diventata una roccaforte del PiS, ma in questo gli vengono incontro le dimissioni del direttore storico di TvP: Jacek Kurski è un uomo sveglio, ha lasciato l’incarico quando ha sentito che il tempo del PiS stava finendo. Tusk dovrà rimettere in sesto la Corte suprema, e farlo con un presidente come Andrzej Duda, anche lui del PiS, non sarà semplice. Ma Duda è ambizioso, aspira alla guida del partito che Jaroslaw Kaczynski tiene gelosamente tra le sue mani o a una carriera internazionale, forse è più interessato di quel che si pensi a non alimentare divisioni.

 

Tusk dovrà bilanciare i pesi e i contrappesi di una coalizione molto mista che, per non perdersi durante il mandato, proprio mentre aspettava pazientemente ha sottoscritto un contratto di maggioranza, un programma per non litigare e per non perdersi per strada soprattutto su temi come l’aborto o sui programmi economici: il nuovo governo polacco avrà al suo interno conservatori del Ppe, liberali di Renew e progressisti di S&D, è facile immaginare quanto il compromesso sia un’arte indispendabile. Ma non si può cadere, tutti sono determinati a rendere gli anni che la Polonia ha davanti un cambiamento.

   

 

Oggi, mentre il premier Mateusz Morawiecki chiedeva con toni avvizziti la fiducia che non è arrivata, tra i banchi del Parlamento era seduto Lech Walesa, il primo presidente della Polonia democratica, con  la maglietta con su scritto “Konstytucja”, Costituzione. Si è preso gli applausi che sembravano non finire più, si è goduto il ritorno di una Polonia responsabile, il cui primo baluardo democratico, come hanno dimostrato le elezioni, sono stati i suoi cittadini.

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