Un nuovo scandalo di rapporti russo-tedeschi colpisce il capo della sicurezza informatica di Berlino

Daniel Mosseri

Arne Schönbohm è accusato di essere pericolosamente vicino a una controversa associazione alle dipendenze di Mosca. Così ora il ministro dell'Interno lo vuole rimuovere

Berlino. “Si prevede un cambiamento tempestivo nella carica di presidente del Bsi”. Con questa citazione, Zdf, il secondo canale pubblico della televisione tedesca, fa il punto sul caso di Arne Schönbohm, l’uomo al centro di un nuovo scandalo che ha colpito una delle agenzie governative della Germania. Il Bsi è l’Ufficio federale per la sicurezza informatica (Bsi), un’agenzia fondata nel 1991, all’indomani cioè della riunificazione tedesca, e incaricata di promuovere l’uso di tecnologie informatiche e di comunicazione sicure nel governo, nelle aziende e nella società.  

Dal 2016 alla guida dell’agenzia c’è Arne Schönbohm, ex dirigente d’azienda nato ad Amburgo nel 1969. Il suo curriculum racconta una grande expertise nel campo della sicurezza digitale maturata in aziende come DaimlerChrysler Aerospace ed in EADS, la mamma di Airbus, e come autore di saggi sulla materia. Quello che il suo curriculum non racconta e che un programma di Zdf è andato a scovare è che Schönbohm è considerato pericolosamente vicino alla “controversa” associazione, l’aggettivo è della Zdf, “Cyber-Sicherheitsrat Deutschland” (Csd), un “Consiglio per la Sicurezza digitale in Germania” che a dispetto del nome dipenderebbe più da Mosca che da Berlino. Attraverso un sistema di scatole cinesi, anzi di matrioske russe, il Csd in passato ha collaborato con Protelion, un’azienda berlinese per la sicurezza online sussidiaria della russa O.A.O.Infotecs, fondata nientemeno che da un ex dipendente del Kgb, spiega ancora Zdf riportando le informazioni fornite da Policy Network Analytics. A rendere la questione di pubblico dominio è stato il comico tedesco Jan Böhmermann, che sulla seconda rete conduce Zdf Magazin Royale, un programma di giornalismo e satira ispirato al Last Week Tonight sviluppato dall’attore angloamericano John Oliver per HBO. Non è la prima volta che l’arguto e sempre bene informato Böhmermann fa notizia: nell’aprile del 2016 insultò in diretta il presidente turco Recep Tayyip Erdogan accusandolo, in versi, di essere un dittatore e di avere rapporti intimi con le capre.

 

Nel 2019 creò scompiglio durante la cerimonia per ritirare un premio televisivo in Austria: il comico non si presentò ma inviò un messaggio scusandosi per l’assenza “ma sono in una villa di oligarchi russi a Ibiza e bevo Red Bull con un paio di amici dell’Fpö”. Due settimane dopo scoppiava lo scandalo Ibizagate che travolse il partito sovranista austriaco. Questa volta però Bohmermann non ha avuto bisogno di scavare molto a fondo per trovare notizie sulla presunta collusione russa del capo del Bsi. Perché già nel 2016 i Verdi si erano espressi contro la nomina di Schönbohm come capo dell’agenzia digitale opponendo proprio le sue poco raccomandabili frequentazioni di ex del Kgb. Ancora più sorprendente è che nulla di questo sia venuto fuori prima: sono almeno cinque anni che la Germania subisce poderosi attacchi di cyber pirati (il server del Bundestag, i siti dei principali partiti, i server di alcune università).

Il pericolo russo, insomma, non nasce con l’invasione dell’Ucraina lo scorso febbraio ma questa è forse servita a svegliare qualche coscienza. “La guerra di aggressione della Russia ha mostrato le evidenti lacune nella protezione delle nostre infrastrutture critiche e noi da anni richiamiamo l’attenzione su queste lacune”, spiega al Foglio Konstantin von Notz, il vicepresidente (verde) della Commissione parlamentare per il controllo dei servizi segreti. “I governi federali precedenti non hanno affrontato adeguatamente queste importanti questioni”, aggiunge il parlamentare ricordando che nell’accordo di coalizione i Verdi hanno inserito “numerosi progetti per aumentare la resilienza contro le minacce ibride e rafforzare la sicurezza informatica”. La Germania ha abbassato la guardia digitale per anni e adesso deve colmare il divario. Von Notz non condanna il capo del Bsi ma ricorda che l’agenzia da lui guidata è un ente di sicurezza “estremamente importante”. Ecco perché le accuse che vengono mosse contro Schönbohm devono continuare a essere indagate “con grande determinazione: questa settimana il Bundestag si occuperà intensamente di tutte le questioni attualmente sul tavolo”, promette poi von Notz. La prossima apparizione pubblica di Schönbohm era in programma per dopodomani a fianco della ministra degli Interni Nancy Faeser. L’appuntamento è stato rimandato e adesso la ministra starebbe lavorando a come rimuovere il capo del Bsi dal suo incarico.

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