Il ritratto
Il geniale generale Syrsky, stratega della controffensiva ucraina
Dal 2013 lavora per adeguare Kyiv agli strandard della Nato: nel 2014 i russi lo presero di sorpresa, quella di oggi è la sua rivincita
Kyiv, dalla nostra inviata. Il ministro della Difesa russo parla di un “riposizionamento di truppe” da Kupyansk e Izyum (nella zona di Kharkiv) verso il Donbas. Si riferisce ai suoi soldati che sono fuggiti di corsa mentre la controffensiva ucraina recuperava novanta chilometri in profondità nel territorio occupato. Sui social network ucraini gira un video che è uno spezzone di un programma televisivo locale – una specie di X Factor dove i concorrenti però sono dei comici –, il presidente Zelensky era stato uno dei giudici del talent show e nel video lo si vede mentre si sganascia dalle risate. Sul palco, invece di un concorrente, c’è l'ologramma del portavoce della Difesa russa Igor Konasenkov preso dal filmato di ieri in cui parla del “riposizionamento”.
Dietro al successo della controffensiva ucraina nella regione di Kharkiv e nel nord del Donbas c’è il generale Oleksandr Syrsky. E’ stata sua l’idea del tranello per confondere i russi con annunci continui di un imminente attacco nel sud che ha costretto Mosca a riposizionare in quella zona i suoi uomini lasciano scoperto il fianco est, dove gli ucraini hanno appena sfondato. E’ l’operazione militare più spettacolare compiuta finora da Kyiv ed era anche più difficile della difesa della capitale dal pericolo di rimanere accerchiata alla fine di febbraio e poi a marzo. Anche la difesa di Kyiv all’inizio dell’invasione è stata organizzata dal generale Syrsky, che nei giorni immediatamento successivi al 24 febbraio aveva sorpreso il Cremlino e il Pentagono (la previsione di entrambi era che Kyiv sarebbe caduta in due o tre giorni) e anche i suoi superiori. Un’esclusiva del Washington Post pubblicata il 24 agosto – a sei mesi esatti dall’inizio della guerra e nel giorno in cui si festeggia l’Indipendenza ucraina – aveva rivelato che nel gabinetto del presidente in pochi credevano che la capitale potesse tenere, considerando che ancora la mattina del 24 febbraio era protetta da una sola brigata: poi è arrivato Syrsky. Gli analisti militari ucraini dicono che, prima dei risultati degli ultimi giorni, nello Stato maggiore molti dubitassero del piano di Syrsky e che lui abbia dovuto insistere a lungo prima di riuscire a imporre la sua strategia.
Syrsky gira con in tasca un immagine di Bohdan Khmelnytsky, il grande comandante cosacco a cui in Ucraina è dedicata una città di trecentomila abitanti nell’ovest, erede dei cosacchi che – insieme ai tatari della Crimea – nel 1521 avevano dato fuoco a Mosca. Alla fine di marzo, dopo che i russi si erano ritirati dalla zona della capitale, Syrsky è stato insignito della medaglia dell’ordine di Bohdan Khmelnytsky per aver salvato Kyiv. Il generale ieri era a Balaklya, la prima cittadina liberata nella controffensiva di Kharkiv: c’è un video che lo ritrae in divisa, con l’elmetto in testa, mentre dice che la prossima tappa sarebbe stata Izyum e poi “molte altre città e villaggi” ancora sotto occupazione.
Nel novembre del 2013 a Syrsky era stato affidato un compito: adeguare l’esercito di Kyiv agli standard della Nato. Novembre 2013 è anche il momento in cui cominciano le proteste di Euromaidan che porteranno l’allora presidente Viktor Yanukovych a fuggire a Mosca, pochi mesi dopo comincerà la guerra in Donbas. In quel momento l’esercito di Kyiv è un esercito finto: impreparato, male armato e sottodimensionato. Syrsky era nella sede centrale dell’Alleanza atlantica a Bruxelles per imparare e non aveva ancora avuto il tempo di passare gli insegnamenti ai suoi uomini e di modernizzare l’esercito. In pochi mesi, l’Ucraina aveva perso la Crimea e i territori delle due Repubbliche autoproclamate di Luhansk e Donetsk. I russi erano arrivati prima delle riforme di Syrsky. Il generale era tornato nell’est dell’Ucraina per comandare alcune delle operazioni: non tutte di successo. Sono passati otto anni e questa controffensiva è la sua rivincita.
I conservatori inglesi