Andrei Stasevich/BelTA Pool Photo via AP

editoriali

I processi agli hacker bielorussi che hanno aiutato Kyiv. I metodi di Lukashenka

Redazione

A maggio il ditttatore ha firmato una legge che rende punibile con la pena capitale qualsiasi tentativo di commettere un attacco terroristico e proprio questa accusa è stata mossa agli hacker che hanno messo in subbuglio la rete ferroviaria per cercare di fermare la guerra di Putin

La maggior parte della popolazione bielorussa è contraria alla guerra russa contro Kyiv ed è contraria anche al dittatore Aljaksandr Lukashenka, per questo da febbraio ha fatto il possibile per aiutare gli ucraini: c’è chi ha aiutato i rifugiati, chi è andato a combattere al fianco di Kyiv e chi dalla Bielorussia ha cercato di sabotare la macchina bellica russa presente sul territorio di Minsk.

 

L’episodio più eclatante riguarda le ferrovie bielorusse, prese di mira da attacchi hacker per bloccare il transito delle armi russe che iniziavano a raggiungere la Bielorussia già a gennaio con la scusa dell’esercitazione militare Zapad. Il primo attacco risale a un mese prima della guerra e gli hacker sono riusciti a mandare in tilt la rete ferroviaria bielorussa per rallentare il traffico russo. Altri attacchi ci sono stati anche durante la guerra e alcuni sono stati rivendicati dal gruppo chiamato Cyber partigiani. Lukashenka è molto infastidito da questi attacchi, tanto più che lo fanno sfigurare davanti a Vladimir Putin, il garante della sua sopravvivenza al potere. Per questo a maggio ha firmato una legge che rende punibile con la pena capitale qualsiasi tentativo di commettere un attacco terroristico e proprio questa accusa è stata mossa agli hacker che hanno messo in subbuglio la rete ferroviaria per cercare di fermare la guerra di Putin.

 

Secondo l’associazione per i diritti umani Vyasna, finora sono undici le persone arrestate con l’accusa di aver commesso atti terroristici legati alle ferrovie. In Bielorussia lo stato di diritto è scomparso definitivamente dal 2020, con lui anche il rispetto dei diritti umani e quello di Lukashenka per i suoi cittadini. Il dittatore tiene in ostaggio un’intera nazione, chiunque può finire in prigione per qualsiasi motivo e ci si aspetta che anche questi processi contro gli hacker non saranno trasparenti. Oltre alla galera, potrebbero rischiare la vita per essersi  opposti a due leader sanguinari che per ottenere quello che vogliono (l’Ucraina e la sopravvivenza politica) sono pronti a usare il terrore, contro chiunque. 

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