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editoriali

Il G7 dell'unità 

Redazione

Le promesse sul price cap mostrano che i leader vogliono davvero aiutare Kyiv

Il vertice del G7 ha confermato che le principali democrazie del mondo resteranno al fianco dell’Ucraina “finché è necessario” con aiuti politici, finanziari e militari nella guerra lanciata da Vladimir Putin. “Siamo uniti: Putin non deve vincere”, ha detto il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che ha presieduto il G7. Trasformare questo impegno in realtà non sarà semplice, nel momento in cui la stanchezza per il conflitto si fa sentire. Ma la volontà c’è. Lo dimostra l’inattesa benedizione del G7 per la proposta italo-americana di un price cap sul prezzo di petrolio e gas importati dalla Russia. Negli scorsi mesi la Germania si era opposta con forza a un tetto sui prezzi per il timore di vedersi tagliare le forniture dalla Russia come rappresaglia. Appena cinque giorni fa, il Consiglio europeo era orientato a rinviare il price cap all’autunno. Ma la perseveranza di Mario Draghi e la sua sponda con l’Amministrazione Biden hanno pagato. I leader del G7 hanno promesso “soluzioni” per “ridurre le entrate russe dagli idrocarburi” e “sostenere la stabilità nei mercati globali dell’energia”. Il tetto sul petrolio dovrebbe essere imposto attraverso un divieto per chi fornisce servizi come trasporti e assicurazioni di operare con greggio russo venduto sopra una certa cifra. Quello sul gas potrebbe prendere la forma di un dazio o di una sanzione. Le paure della Germania non sono scomparse. Ma i leader hanno incaricato i ministri di discutere “con urgenza” le modalità tecniche. La Commissione ha detto di essere “pronta ad accelerare” la proposta sul gas. Il G7 ha ridato un senso di determinazione comune, dopo settimane di dubbi per potenziali divisioni. “C’è preoccupazione perché il progresso russo (nel Donbas) c’è stato”, ma “una delle cose che ha detto il presidente Zelensky è che dovrà partire un contrattacco e si è detto fiducioso che questo possa riuscire”, ha spiegato Draghi, ribadendo che “la pace dovrà essere quella che vuole l’Ucraina”.
 

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