Editoriale

Angela Merkel sulla guerra di Putin. Non parlare con la Russia "non ha senso"

Redazione

L’ex cancelliera ha concesso un'intervista al giornalista Alexander Osang. Non si rimprovera di aver fatto troppo poco per evitare il conflitto: il rammarico, ha spiegato, è che con l’ex presidente francese (Nicolas Sarkozy) non siamo riusciti nel nostro obiettivo

"Avevo capito da mesi che gli accordi di Minsk non avrebbero prodotto più alcun risultato e ne ho avuto la conferma in occasione della mia visita al Cremlino alla fine del mio mandato”. Un teatro berlinese affollatissimo, due sedie sul palco, e la consapevolezza che la politica estera dell’occidente nei confronti della Russia sarebbe risultata un fallimento. Sei mesi esatti dopo la salita al potere del suo successore, il socialdemocratico Olaf Scholz, l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel si è concessa al giornalista Alexander Osang. Si è mostrata sorridente e rilassata e ha brevemente parlato dei libri letti in questi mesi di lunghe passeggiate in solitaria sulle spiagge del Baltico, “ma un’uscita dal lavoro di questo tipo non l’avrei mai immaginata”, osserva puntando dritta al 24 febbraio del 2022. L’ex cancelliera ha ribadito “che già dalla mia visita a Sochi, quella famosa ‘del cane’” aveva capito che con Vladimir Putin costruire un’architettura di sicurezza condivisa “sarebbe stato impossibile”. E tuttavia il giudizio su quello che è stato “spetta agli storici”.

 

Le sue parole seguono di poche ore quelle pronunciate da Olaf Scholz a Vilnius: in Lituania il cancelliere ha assicurato che Berlino aumenterà il suo contributo in effettivi per rafforzare il fianco orientale della Nato. Eppure Merkel non si rimprovera di aver fatto troppo poco per evitare il conflitto: il rammarico, ha spiegato, è che con l’ex presidente francese (Nicolas Sarkozy) non siamo riusciti nel nostro obiettivo. Ma l’idea di non parlare con un gigante geografico e nucleare come la Russia “non ha senso”. Merkel ha spiegato anche il suo vecchio no all’ingresso di Kyiv e Tbilisi nella Nato: ho cercato di evitare un’escalation e poi “oggi Zelensky combatte come un leone contro la corruzione, ma allora l’Ucraina non era certo un paese che sarebbe potuto entrare nell’Alleanza dalla mattina alla sera”.

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