editoriali
L'allarme di Mike Bloomberg per i dem americani
Il partito deve ripensarsi e cambiare le proprie priorità, altrimenti sarà spazzato via. Parola dell'ex sindaco di New York. C'entrano i diritti dei genitori e il sistema di istruzione
Mike Bloomberg ha lanciato l’allarme con un’enfasi preoccupante: se il Partito democratico americano non cambia le proprie priorità, è destinato a essere spazzato via alle elezioni di metà mandato. Ex sindaco di New York, ex candidato alle presidenziali del 2020, Bloomberg ha pubblicato nella sezione delle opinioni del media che porta il suo nome (ed è suo) un articolo in cui parla di terremoti politici in varie parti degli Stati Uniti che stanno dando segnali molto chiari ai democratici a livello nazionale: citando delle ricerche interne, Bloomberg dice che “gli elettori percepiscono il partito come troppo concentrato sulle guerre culturali, dalla ridenominazione delle scuole al movimento per togliere fondi alla polizia” e che questo li allontana in modo netto.
Il punto di partenza è quel che è accaduto a San Francisco, dove sono stati bocciati tre funzionari del Board for Education della città che hanno tenuto le scuole chiuse per un tempo lunghissimo, che sono sembrati “più attenti al politicamente corretto che all’istruzione dei ragazzi”, che hanno sostituito i test di ingresso con la casualità del sorteggio. Se nella città più liberal del paese questo approccio è risultato inopportuno, figurarsi fuori di lì che cosa può accadere, scrive Bloomberg.
Di più: è già successo in Virginia, dove un governatore con chiare connessioni trumpiane si è imposto sui democratici brandendo i diritti dei genitori contro il sistema culturale e di istruzione caro ai liberal.
È necessario che i democratici spazzino via ogni dubbio, dice l’ex sindaco che si descrive come un sostenitore di un Partito democratico “vibrante e determinato”, e dicano che le scuole sono state chiuse troppo a lungo e che la meritocrazia non può essere levata dalle scuole per assecondare la sensibilità identitaria di tutti. Altrimenti la sconfitta a novembre sarà brutale.
la sconfitta del dittatore