La lotta sull'obbligo vaccinale in America passa per la sfida pro vax di due compagnie aeree

Daniele Raineri

Due delle aziende più grandi del Texas hanno detto che non obbediranno all’ordine esecutivo firmato dal governatore repubblicano Greg Abbott che vieta a chiunque di imporre l’obbligo di vaccinarsi

Due delle aziende più grandi del Texas, la American Airlines e la Southwest Airlines, martedì hanno detto che non obbediranno all’ordine esecutivo firmato il giorno prima dal governatore repubblicano Greg Abbott che vieta a chiunque di imporre l’obbligo di vaccinarsi. L’intento dell’ordine esecutivo era chiaro: voleva impedire che le aziende del Texas potessero obbligare i loro lavoratori a vaccinarsi. Le due linee aeree tuttavia sostengono che, in qualità di contractor federali – quindi aziende che hanno contratti regolari con il governo centrale –  sono tenute a rispettare le richieste del presidente Joe Biden, che a metà settembre ha annunciato l’obbligo di vaccinarsi per tutti i dipendenti del governo e lavoratori collegati entro l’8 dicembre. 

 

Abbott con il suo ordine esecutivo voleva sfidare l’Amministrazione Biden, ma, come ha ricordato ieri alla Casa Bianca la portavoce Jen Psaki, in questo caso la legge federale è più forte della legge statale. La controsfida delle linee aeree al governatore repubblicano ha il potenziale di diventare simbolica, soprattutto per quel che riguarda la Southwest, con la livrea coloratissima e facile da riconoscere dei suoi aerei. Nel fine settimana sono saltati migliaia di voli e gli anti vaccinisti sostengono che sarebbe successo perché il personale si è ammutinato contro l’obbligo vaccinale. La Southwest dice che la ragione non è quella. Il sindacato dei piloti della Southwest a settembre aveva firmato una petizione per chiedere al governo un’esenzione dall’obbligo di vaccinarsi e venerdì aveva chiesto a un tribunale di Dallas di bloccare l’obbligo di vaccinazione per il personale dell’azienda. E’ una contestazione-matrioska. I piloti sfidano la compagnia aerea, la compagnia sfida il governatore del Texas, il governatore sfida l’Amministrazione Biden. 


L’ordine esecutivo di Abbott, che è vaccinato, fa parte della politicizzazione della pandemia che va avanti da quando alla Casa Bianca c’era Donald Trump e ostacola le vaccinazioni per un pregiudizio culturale: vaccinarsi oppure usare le mascherine sono considerati atti “di sinistra” e quindi da evitare in stati che tradizionalmente sono conservatori. In Texas la popolazione vaccinata è il cinquantadue per cento contro il cinquantasette per cento nazionale (e contro il settanta per cento dell’Italia). E così il fronte anti vaccinista segue ogni aggiornamento dal Texas e da ogni angolo del paese, perché lo scopo finale è quello di mobilitare una massa critica di disobbedienti che dovrebbe nei loro piani vanificare la campagna del presidente. E dietro al fronte ci sono i repubblicani, che sognano la nascita di una ribellione popolare sulla questione vaccini che metta in imbarazzo Biden. 


Le aziende texane hanno detto martedì al Wall Street Journal che l’ordine esecutivo di Abbott contro le vaccinazioni complica i loro sforzi per continuare a lavorare in sicurezza. Una coalizione di più di novecento compagnie sotto la sigla Greater Houston Partnership che include giganti come la Exxon, J.P. Morgan, Chevron e Accenture si è schierata a favore della campagna di Biden per rendere obbligatori i vaccini nelle aziende con più di cento dipendenti. La portavoce del presidente, Psaki, non ha mancato di farlo notare nella conferenza stampa: “Ce lo dicono molti economisti e molti dirigenti. Le aziende hanno bisogno di certezze per funzionare e si sentono più sicure se i dipendenti sono vaccinati”. 

 

La situazione negli Stati Uniti è ancora critica, ci sono duemila morti per Covid al giorno e sono distribuite – come si è detto – in maniera poco uniforme perché seguono le percentuali locali di vaccinazione: si concentrano in alcuni stati e non interessano più altre aree del paese. In Alaska da cinque settimane c’è una crisi che ricorda il 2020, i reparti di terapia intensiva sono pieni, i medici non riescono a curare tutti, la curva dei contagi è salita a picco. Lo scenario potrebbe ripetersi in altri stati, come il Minnesota – dove i casi quotidiani sono aumentati del 36 per cento nelle ultime due settimane. 

  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)