Il blues dell'isolazionismo

Londra ha un guaio con i gommoni di migranti nella Manica

Paola Peduzzi

Il flusso di immigrati è in aumento, il Regno Unito paga la Francia perché lo fermi ma non succede niente. Intanto nel paese però non ci sono lavoratori stagionali. Com'era la cosa del "take back control"?

Sono arrivati più di 8.500 migranti nel Regno Unito nel 2021, è già stato raggiunto il numero degli arrivi del 2020, che aveva registrato un notevole aumento rispetto all’anno precedente. I migranti attraversano la Manica su gommoni e piccole imbarcazioni: Londra ha dato 65 milioni di euro alla Francia perché faccia quel che di fatto fa la Turchia con i migranti che arrivano in Europa, ma sembra che il patto non funzioni. Molti inglesi sono convinti che Parigi non faccia nulla per contenere il flusso come ritorsione postuma per la Brexit: Nigel Farage, falchissimo della Brexit, da settimane si è trasferito a Dover, filma i gommoni e poi li commenta nella sua nuova trasmissione su GB News, ed è piuttosto esplicito con le sue accuse ai francesi. Farage, che ha l’intuito del disruptor, sta costruendo una campagna anti immigrati che ricalca il celebre “take back control” con cui è stata vinta la Brexit: molti gli stanno andando dietro e Downing Street dice preoccupata che se questa è davvero “la storia dell’estate” ci sarà più di un problema per il governo. Ieri un gruppo di parlamentari ha inviato una lettera al governo in cui denuncia le condizioni terribili in cui vengono tenuti i migranti: le strutture  non sono pensate per un flusso di questa portata (anche se negli anni 90, durante il governo Blair, arrivavano 45 mila persone l’anno).

 

Ma il ministro dell’Interno, Priti Patel, sta introducendo misure dure per i richiedenti asilo, così come ha introdotto il sistema a punti per i migranti europei: la maggior parte degli inglesi pensa che si debba fermare il flusso nella Manica, s’era detto take back control, no?

 

Però la ragione economica che stava alla base del riprendersi il controllo dei confini – cioè: gli immigrati ci rubano il lavoro – è nel frattempo crollata: complice la pandemia ma soprattutto a causa della Brexit, oggi manca manodopera nel Regno Unito, soprattutto in quelle zone – come il Kent in cui si è piazzato Farage per raccontare l’invasione – che hanno votato a favore della Brexit. I media raccontano soprattutto la carenza di lavoratori stagionali: non c’è nessuno che raccolga frutta e fiori, il Financial Times ha raccontato il crollo del raccolto di cannabis che serve per i medicinali. Fino al 31 dicembre scorso, il Regno dipendeva dal continente per i lavoratori stagionali ma ora il sistema di accoglienza prevede l’ammissione preferenziale di lavoratori qualificati (il settore dell’agricoltura prevede un’eccezione, ma soltanto per chi coltiva beni alimentari).

 

Questo è l’ennesimo paradosso della Brexit, che molti dalle nostre parti continuano a guardare con superficiale e ideologica invidia, mentre inizia una nuova pressione migratoria anche sull’Europa: i migranti afghani che scappano dopo il ritiro delle truppe occidentali per sfuggire alla riconquista talebana. 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi