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un foglio internazionale

Il grande malcontento dei “paesi produttori di bebè” 

L’utero in affitto è grande un business che funziona, tanto che nessuno ne parla. Gli effetti della crisi sanitaria in Russia

"A metà giugno di quest’anno, una proposta di legge per vietare le Gpa (estazione per altri) internazionali è stata depositata al parlamento russo” scrive Betty Mahaur su Valeurs Actuelles. “La pratica della Gpa internazionale è autorizzata in Russia dalla caduta del regime comunista. Questa proposta di legge rappresenta una forte rottura dopo anni di evoluzioni giuridiche pro-Gpa. Il cambiamento è avvenuto con la crisi sanitaria, che ha reso visibili le inevitabili conseguenze delle Gpa internazionali. I motivi della proposta di legge documentano una serie di drammi accaduti nel 2020 in Russia.

   

La crisi sanitaria e la chiusura delle frontiere hanno colto di sorpresa tutta l’industria delle Gpa internazionali, impedendo alle coppie straniere di recuperare i figli alla nascita. In Russia, le cliniche hanno allora preso urgentemente in affitto alcuni appartamenti, per mettervi dentro questi neonati in attesa dell’arrivo delle coppie. Le cure prodigate sono state di qualità assai eterogenea, e le autorità locali hanno scoperto diversi neonati morti in questi appartamenti, mentre altri erano senza un’identità.

   

Questa situazione non riguarda solamente la Russia e le sue centocinquanta cliniche di Gpa. Altri paesi produttori di Gpa hanno si sono ritrovati di fronte a casi simili. In Ucraina, per esempio, una cinquantina di bebè sono stati ‘depositati’ per diverse settimane nella hall di un hotel in attesa della riapertura delle frontiere. Anche in Georgia, decine di bebè hanno aspettato in condizioni precarie l’arrivo delle coppie straniere. Ma non è la crisi sanitaria a essere al centro delle polemiche, sono le Gpa internazionali. La vice presidente della Duma, Irina Yarovaya, ha dichiarato di recente che ‘la Russia non può diventare una fabbrica di bambini per gli stranieri’. Perché in realtà, gli scandali legati alle Gpa internazionali macchiavano già la reputazione di questa industria ben prima della crisi sanitaria. Nel 2013, la giustizia americana ha condannato a 40 anni di prigione un padre adottivo che aveva stuprato per sei anni suo figlio nato da Gpa in Russia. Poi nel 2017, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha equiparato un affaire di Gpa che implicava la Russia a un traffico di bambini.

  

Alla luce di questi affaire, i promotori della proposta di legge puntano il dito contro l’inefficacia delle misure per proteggere i bambini nati da Gpa in Russia e sostengono la necessità di vietare le Gpa internazionali. Altri paesi, come il Regno Unito, l’India, la Tailandia e la Cambogia hanno già vietato le Gpa internazionali sul loro territorio. Come in Russia, una serie di drammi ha portato questi paesi a chiudere le loro frontiere agli stranieri per la Gpa.

  

Non si può dimenticare soprattutto l’affaire del bebè Gammy in Tailandia nel 2014, quando una coppia australiana che aveva ordinato due bambini ne ha riportato soltanto uno in Australia, lasciando il fratello gemello Gammy, affetto da sindrome di Down, in Tailandia. Uno degli effetti della pratica delle Gpa internazionali è di nascondere i fallimenti e le falle di questa industria. Con la barriera della lingua e la distanza geografica, le questioni del consenso della madre surrogata o delle violenze ostetriche che può subire non vengono affrontate.

 

Questa stessa distanza evita ai clienti di assumersi l’eventuale responsabilità di un bambino malato o handicappato: in caso di abbandono, chi andrà a invocare le loro responsabilità oltre le frontiere? Non di certo la clinica, attenta a preservare la sua immagine e a evitare i conflitti. La ripetizione degli scandali in paesi come la Russia o l’Ucraina, dove le Gpa sono disciplinate, mostra l’inefficacia delle legislazioni locali per proteggere i bambini e le madri surrogate.

 

E c’è una ragione: le Gpa internazionali non potrebbero esistere senza una pratica di ‘dumping etico’. I clienti di Gpa scelgono la loro destinazione in funzione del quadro legale che ritengono più favorevole. Una tendenza di cui il Regno Unito è testimone. Nel 2018, circa il 70 per cento dei britannici che hanno fatto ricorso a una Gpa avrebbero preferito farlo non nel quadro legislativo proposto dal loro paese, ma all’estero. Inizia allora una corsa al ribasso dal punto di vista etico, e alcuni siti internet propongono di identificare le falle e le lacune giudiziarie più favorevoli alla Gpa in ogni paese. E’ per questo motivo che numerosi paesi sono giunti alla conclusione che solo l’abolizione delle Gpa internazionali impedirebbe il ‘dumping etico’ delle coppie. Solo l’abolizione universale delle Gpa sarebbe capace di proteggere i bambini e le donne di questa industria. La proposta di legge russa è, a ogni modo, un passo verso questa direzione”.  

  

(Traduzione di Mauro Zanon)