In the city

Ocasio-Cortez perde in casa

Paola Peduzzi

Alle primarie di New York si è imposto Eric Adams, ex poliziotto esponente dell'establishment. Che ne è dell'appeal e della strategia della deputata star dei democratici radicali?

Alexandria Ocasio-Cortez ha perso nella sua New York: la candidata alle primarie democratiche per la carica di sindaco che aveva sostenuto, Maya Wiley, è arrivata terza, dietro al vincitore, Eric Adams, e a Kathryn Garcia, entrambi esponenti dell’ala moderata del partito. Ocasio-Cortez  – deputata del Bronx e star dei democratici più radicali, di quelli che pensano (e dicono) che i moderati non dovrebbero nemmeno essere considerati del partito perché sono di destra – ha scelto tardi, a una settimana dall’inizio delle votazioni via posta,  Maya Wiley, e questo ha pesato perché oggi molti dicono che i radicali si sono presentati deboli a questo appuntamento cui invece tutti davano molto peso.

L’esitazione di Ocasio-Cortez era stata notata e sottolineata, lei aveva anche risposto stizzita alle critiche, ma quando infine aveva scelto la Wiley, la contesa era diventata subito molto “personal”: quanto pesa politicamente la deputata più  social del paese? I media conservatori si sono scagliati contro di lei, dicendole che è soltanto una bolla di Instagram, ma questo era prevedibile. E’ dentro il Partito democratico che la scossa elettrica è arrivata più nitida, perché non soltanto i radicali hanno perso, ma ha vinto Eric Adams, un ex poliziotto dell’establishment, che è stato per qualche anno iscritto al Partito repubblicano (si definiva ancora un “conservatore” quando litigò con l’allora sindaco repubblicano Rudy Giuliani). Com’è possibile che nella terra che è laboratorio politico di Ocasio-Cortez s’imponga uno come Eric Adams?

Il magazine New York ha pubblicato un articolo invero ostile su Adams, descrivendo il suo opportunismo, le sue amicizie, la sua fama di “Captain chaos” quando era capitano della polizia e scompariva per giorni senza dire nulla a nessuno (andava a fare visite all’estero a pagamento), e citando un ex collega anonimo che dice: “C’è un certo tipo di politico newyorchese per il quale ‘Il Padrino’ è il film più bello di sempre. Ecco, Adams è questo tipo”. Però questo racconto serve anche a spiegare come Adams sia diventato la sintesi di un’offerta politica che riesce a ottenere l’endorsement dei sindacati (che ancora ricordano il discorso che Adams fece nel 2007 all’allora governatore Eliot Spitzer chiedendo di alzare gli stipendi dei poliziotti) e del New York Post, il tabloid di casa Murdoch, quindi conservatore. Questo approccio equilibrista è stato premiato, per un soffio rispetto alla Garcia (8.400 voti di distacco), che ha lavorato a lungo con il sindaco uscente Bill De Blasio occupandosi delle emergenze: un’altra donna di establishment, con spiccato senso pratico (era stata sostenuta dal New York Times).

Ora l’ala radicale dei democratici ovviamente fa il lavoro di ricucitura. Dice che nelle altre cariche della città hanno vinto molti dei candidati sostenuti da Ocasio-Cortez, quindi Adams si ritroverà circondato e circoscritto. E poi, a ben vedere, Adams non è poi così male: vuole le tasse per i ricchi, è vegano e ridurrà l’utilizzo della carne in città, è a favore dell’energia rinnovabile. Come a dire: alla fine abbiamo vinto noi. Considerando il curriculum di Adams tutto è possibile e lui già ringrazia estasiato “la classe lavoratrice che elegge un sindaco della classe lavoratrice”, marcando una differenza con i predecessori (non è ancora sindaco, Adams, ma tutti fanno come se, perché solitamente chi vince le primarie democratiche viene poi eletto). Ma se Adams non sarà il moderato che sembra oggi, certo è che la formula su cui ha insistito Ocasio-Cortez non ha funzionato: il prossimo sindaco della sua New York non sarà una donna e non abolirà la polizia.
 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi