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Editoriali

La connection saudita in Giordania

Redazione


L’instabilità ad Amman non è solo un feuilleton reale. Gli obiettivi di Riad

Poche ore dopo le notizie trapelate dai servizi segreti della Giordania – tramite il giornalista del Washington Post e premio Pulitzer Joby Warrick  – su un colpo di stato sventato, la famiglia reale saudita si è affrettata a telefonare al re Abdallah per dare il proprio sostegno “a tutte le misure prese dalla monarchia per preservare sicurezza e stabilità in Giordania”. Riad ha fatto in modo che queste dichiarazioni fossero riprese e segnalate perché fin dall’inizio di questa storia interpretata dai più come un feuilleton regale di quelli classici – preferenze, linee ereditarie che saltano, nuore in lotta – alcuni esperti hanno sussurrato: occhio ai sauditi. Occhio in particolare al principe Mohammed bin Salman, il leader più spregiudicato nel far valere le proprie sfere di influenza e nel giocare con le dipendenze degli altri.

 

La Giordania, storico alleato degli Stati Uniti, ha anche una relazione speciale con Riad, fatta soprattutto di generosi finanziamenti da parte della corte saudita. In “MBS: The Rise to Power of Mohammed Bin Salman”, libro indispensabile per capire l’Arabia Saudita di oggi, l’autore Ben Hubbard racconta che nell’ottobre del 2018, circa tre settimane dopo l’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi, il re giordano Abdallah partecipò a Riad a una conferenza di imprenditori e investitori che fu disertata da molti proprio per il coinvolgimento di Bin Salman nell’uccisione efferata di Khashoggi: il re giordano tornò a casa con due miliardi e mezzo di dollari in investimenti sauditi. Anche l’ex principe ereditario Hamzah, che oggi sarebbe “detenuto” a casa propria per aver tentato di sovvertire il regno del fratellastro (stesso padre, re Hussein, madri diverse), ha molti contatti con la casa saudita e anzi si è messo a capo del discontento di molti blocchi di potere giordani nei confronti del re Abdallah. Tra gli arrestati c’è anche Bassem Awadallah, in passato ministro e inviato speciale della Giordania a Riad: nel 2018, re Abdallah lo rimosse dal suo incarico all’improvviso, proprio per i suoi legami troppo stretti con Bin Salman.   

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