Poche ore dopo le notizie trapelate dai servizi segreti della Giordania – tramite il giornalista del Washington Post e premio Pulitzer Joby Warrick – su un colpo di stato sventato, la famiglia reale saudita si è affrettata a telefonare al re Abdallah per dare il proprio sostegno “a tutte le misure prese dalla monarchia per preservare sicurezza e stabilità in Giordania”. Riad ha fatto in modo che queste dichiarazioni fossero riprese e segnalate perché fin dall’inizio di questa storia interpretata dai più come un feuilleton regale di quelli classici – preferenze, linee ereditarie che saltano, nuore in lotta – alcuni esperti hanno sussurrato: occhio ai sauditi. Occhio in particolare al principe Mohammed bin Salman, il leader più spregiudicato nel far valere le proprie sfere di influenza e nel giocare con le dipendenze degli altri.
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