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Il rallentamento

La Francia in rosso chiude le scuole

Macron ha annunciato le nuove misure per le prossime quattro settimane, rinunciando alla cosiddetta "eccezione francese" sulle scuole

Mauro Zanon

“Mentre i nostri vicini hanno deciso di fare lockdown diversi mesi fa, noi abbiamo guadagnato giorni preziosi di libertà, preservato giorni di apprendimento per i nostri bambini. Credo sia stata la scelta giusta”, ha spiegato Macron

A partire da sabato sera, sarà tutta la Francia a essere sottoposta a misure di contenimento rafforzato (divieto di spostamenti oltre il raggio di dieci chilometri dal proprio domicilio senza un valido motivo, negozi chiusi ad eccezione di quelli di prima necessità, coprifuoco dalle 19 alle 6), e non più soltanto i diciannove dipartimenti attualmente confinati.  Inoltre, rimarranno chiuse per tre settimane le scuole materne e elementari, i collège e i licei lo resteranno invece per quattro.

Lo ha annunciato questa sera in diretta televisiva il presidente francese Emmanuel Macron, durante il discorso alla nazione per fare il punto sull’epidemia di Covid-19. “La crisi sanitaria che stiamo attraversando dura da più di un anno, un anno di difficoltà, di angosce, ma anche di sacrifici e atti eroici. Se resteremo uniti e solidali vedremo la luce in fondo al tunnel nelle prossime settimane”, ha dichiarato l’inquilino dell’Eliseo in apertura. “Mentre i nostri vicini hanno deciso di fare lockdown diversi mesi fa, noi abbiamo guadagnato giorni preziosi di libertà, preservato giorni di apprendimento per i nostri bambini. Credo sia stata la scelta giusta”, ha spiegato Macron.

Per rispondere con maggiore efficacia alla terza ondata, le terapie intensive “passeranno da 7mila a 10mila”, ha annunciato.  “Il telelavoro, che è la misura di contenimento più efficace, diventerà sistematico. I cittadini che vorranno cambiare regione per isolarsi potranno farlo durante il weekend di Pasqua”, ha aggiunto.

Macron, in seguito, ha spiegato i nuovi provvedimenti riguardanti le scuole, rivendicando la scelta di tenerle aperte così a lungo: “Possiamo essere soddisfatti di aver tenuto le nostre scuole aperte da settembre 2020. Facciamo parte dei rari paesi che ha fatto questa scelta. Lo abbiamo fatto con coscienza, perché la scuola è la battaglia del secolo. Sì, il virus circola negli istituti scolastici, anche se non di più rispetto ad altri luoghi. Ma la scuola non è negoziabile. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità”. La prossima settimana tutti gli allievi francesi seguiranno i corsi a distanza, poi ci saranno due settimane di vacanza (le cosiddette “vacances de printemps”), ma il 26 aprile gli studenti delle materne e delle elementari potranno già tornare in classe. I collège (le nostre scuole medie) e i licei faranno invece una settimana in più in Dad e rientreranno in aula  il 3 maggio.

L’inquilino dell’Eliseo, ha decretato stasera la fine dell’“exception française” , ossia la chiusura delle scuole in tutto il paese. Nessuno stato dell’Unione europea aveva tenuto aperte le scuole tanto quanto la Francia, una decisione rivendicata con fierezza da parte dell’esecutivo, ma che oggi si scontra con la drammatica realtà dei numeri (da una settimana a questa parte, si viaggia tra i 30mila e i 40mila casi al giorno).

Alla mattina si era tenuto il consiglio di difesa sanitario per definire i dettagli del nuovo inasprimento. “Il fattore chiave delle nostre decisioni resta la situazione nei nostri ospedali”, ha affermato al termine del consiglio il portavoce del governo Gabriel Attal, ribandendo che la linea rossa è la “selezione dei malati”: “Una cosa è certa: la Francia non rifiuterà mai un malato di Covid, la selezione dei pazienti non è un’opzione e non lo sarà mai”.Da diverse settimane, i sindacati di categoria e l’opposizione invocano a gran voce la didattica a distanza per tutti. Dinanzi alle critiche, il ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer, ha risposto domenica con un video-parodia dei Pink Floyd per riaffermare la posizione del governo: i vantaggi della didattica in presenza sono maggiori degli inconvenienti a cui andrebbero incontro i bambini nel futuro, ma anche dei problemi sociali ed economici che avrebbero le famiglie meno abbienti se i loro figli dovessero restare a casa.

La recrudescenza dell’epidemia, tuttavia, non ha lasciato scampo all’esecutivo. “Penso che le scuole debbano essere chiuse”, ha detto su Bfm.tv la sindaca parigina Anne Hidalgo , prima di aggiungere: “C’è una grande disorganizzazione. A Parigi, abbiamo circa 20 mila studenti che non sono in aula o perché sono malati o perché le classi sono chiuse”. Secondo i numeri diramati dalla Hidalgo, attualmente sono 850 le classi chiuse: erano 255 domenica sera. “La situazione è molto grave”, ha insistito l’inquilina del comune di Parigi, aggiungendo che sono quasi 1.500 le persone in terapia intensiva nell’Île-de-France, e che “bisogna chiudere le scuole per poter cambiare la situazione”.

Sulla scia della sindaca socialista, il virologo e direttore dell’Institut de santé globale Antoine Flahault ha dichiarato che l’esecutivo ha “perso tempo” nella sua battaglia contro l’epidemia, puntando il dito contro la scelta di lasciare aperti gli istituti scolastici: “Ci sono le mense aziendali e quelli che vanno al lavoro, ma le scuole rappresentano certamente uno dei principali luoghi di contagio che porta ad avere 40mila casi al giorno”. Secondo il professor Flahault, “per tutte le malattie virali respiratorie”, i bambini sono inconsapevolmente i principali contributori. “Nelle scuole, c’è molta promiscuità, i bambini sono in aule poco ventilate e i gesti barriera sono più difficili da far rispettare”, ha spiegato. Macron, il “presidente-virologo”, come è stato soprannominato dai suoi ministri provocando un certo fastidio nell’universo medico-scientifico, è stato costretto a fare un passo indietro, rinunciando all’exception française” sulle scuole “.   

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