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Capriola di Gruppo

Fine della Frexit: anche i lepenisti con Salvini

Mauro Zanon

L'intellighenzia del Rassemblement national non ha dubbi: "Siamo in linea con la Lega". Ma preoccupa l'eventuale flirt con il Ppe

La Frexit, c’est fini? “Assolutamente sì”, dice al Foglio Hervé Juvin, eurodeputato del Rassemblement national (Rn), la formazione sovranista francese guidata da Marine Le Pen. Juvin è l’intellò della delegazione Rn in Europa, ha pubblicato con Gallimard una quindicina di libri, alla fine degli anni Novanta discettava sul Monde di “construction européenne” e nel 2019 ha curato il manifesto ideologico del partito lepenista per le europee. “La posizione del Rn nei confronti dell’Europa è cambiata perché la posizione dei francesi sull’Europa è cambiata. Rn, oggi, è assolutamente contrario all’uscita della Francia dall’euro e dall’Unione europea”, dice Juvin. Sono lontani i tempi in cui Marine Le Pen e i suoi giannizzeri invocavano a gran voce la “Frexit” subito dopo la “Brexit”, e altrettanto remoti i tempi in cui Matteo Salvini saliva sul palco dell’allora Front national, a Lione, con la maglietta “Basta euro”, incitando la platea frontista contro il “superstato europeo, il pensiero unico e il furto della sovranità”.

 

  

 

Oggi, Salvini fa gli occhi dolci a Mario Draghi e la Lega in Europa vota sì al Recovery plan, mentre i suoi alleati tedeschi nel gruppo Identità e democrazia, l’AfD, votano contro, e i lepenisti si astengono. Come si spiega questa frattura? “I membri di ognuno di questi paesi perseguono i propri interessi nazionali. Come Rn rispettiamo la libertà delle nazioni, le condizioni sociali e politiche della Francia sono differenti da quelle italiane e tedesche”, dice Juvin. In merito agli ammiccamenti della Lega al Partito popolare europeo, Juvin, come tutti i membri di Rn, a partire dalla Le Pen, non nasconde la propria preoccupazione. “E’ una decisione che naturalmente spetta solo alla Lega, ma sarebbe un vero dispiacere perché il nostro gruppo sta facendo un buon lavoro all’interno dell’Europarlamento. Siamo molto felici di lavorare con i colleghi italiani della Lega, c’è una grande cooperazione tra noi a livello europeo”, dice l’eurodeputato lepenista. Su Draghi, Juvin dice: “Lo dico con il sorriso. Qui tutti conoscono Draghi per il suo ‘Whatever it takes’, lo ha reso celebre e lo ha probabilmente fatto entrare nella Storia. E’ sicuramente un virtuoso, alcuni direbbero un acrobata, della finanza. Ma non so se lo sarà altrettanto della politica”.

 

Per spiegare la giravolta dei sovranisti francesi sull’uscita dall’Ue, Juvin cita le propensioni degli elettori: “Tutti i francesi sono consapevoli che, vista la situazione difficile in cui ci troviamo, è l’Unione europea che ci protegge, così come l’euro è una protezione per quanto riguarda le condizioni di finanziamento del debito pubblico e per i nostri deficit commerciali. I risparmiatori, i pensionati e chi possiede dei fondi si sente più al sicuro con l’euro”. “L’Europa che protegge” è uno degli slogan forti del macronismo, cioè del principale rivale della Le Pen al presidenziali del prossimo anno in Francia. Ma andiamo avanti. Secondo Juvin, la svolta del Rn “è chiara fin dalle elezioni europee, ma non c’è ancora la percezione di questo cambiamento tra gli elettori francesi. Penso sia necessario un grande lavoro di comunicazione a questo proposito, ma l’evoluzione della nostra posizione è evidente”.

 

 

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