"ogni contatto è un contatto di troppo"
La nuova chiusura austriaca è un déjà-vu
La lotta con l'opposizione e la richiesta di Kurz: "Non incontrate nessuno"
Il lockdown in Austria durerà fino al 6 dicembre e nemmeno le scuole rimarranno aperte. Per riaprire il governo pensa a organizzare dei test di massa, sarà questa la novità per tornare alla normalità
Roma. L’arrivo di un nuovo lockdown generale sembrava impossibile, o almeno tutti i paesi europei sembravano pronti a promettere che non sarebbe più stato necessario, che con le ondate bisognerà conviverci ancora a lungo. E chiudere tutto, dopo l’esperimento primaverile, sarebbe una cosa insostenibile. Insostenibile lo sarà ma l’Austria, dopo aver tentato il mese scorso di tenere sotto controllo i contagi con delle misure più morbide e coprifuoco mirati, ha deciso che sarà meglio chiudere tutto, da oggi fino al sei dicembre, perché l’avanzare della seconda ondata sembra più rapido e meno controllabile del previsto. A marzo il cancelliere Sebastian Kurz era stato tra i primi a chiudere tutto, la situazione in Italia aveva spaventato moltissimo i vicini europei, e quando il numero dei casi in Austria era ancora limitato, il governo aveva deciso di sbarrare i confini e di imporre il lockdown. Questa chiusura anticipata aveva fatto in modo che gli effetti della prima ondata fossero contenuti, e l’Austria, assieme a Danimarca e Repubblica ceca, era stata anche tra i primi paesi europei a riaprire. Ma la seconda ondata è diversa, il ministro della Sanità, Rudolf Anschober, ha detto che “è più dinamica, più potente e più difficile della prima”, così il cancelliere ha dovuto prendere la decisione che nessuno leader avrebbe voluto prendere: tornare alla primavera. Questa decisione ha anche un motto, una frase con cui Sebastian Kurz ha annunciato a tutti che il coprifuoco austriaco durerà “ventiquattrore”, ha detto che “ogni contatto è un contatto di troppo” e per questo ogni attività non essenziale rimarrà chiusa, si potrà uscire soltanto per fare la spesa, per motivi di lavoro o sanitari urgenti. Lavorare da casa sarà obbligatorio per chi potrà farlo, rimarranno aperti soltanto i supermercati, le banche, gli uffici postali, i tabaccai. Ma non le scuole.
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- Micol Flammini
Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.