Election night

Guida alla notte elettorale americana

Gli orari in cui puntare la sveglia, cosa e dove guardare per capire chi sta vincendo

Luciana Grosso

Gli stati sicuri, gli stati in bilico ma non troppo, quelli che decidono tutto e i vari percorsi di vittoria – oltre la soglia dei 270 grandi elettori – per Donald Trump e Joe Biden

A tutti voi, sereni, fatalisti, ottimisti e illuministi e scaramantici, preoccupati e pessimisti, è rivolta questa guida pratica alla notte del 3 novembre, per sapere dove guardare e quando e, soprattutto quando andare a dormire. L’umore con cui farlo, poi, sarà decisione di ciascuno.
 

21- 00:30

Il nostro consiglio è di dormire sereni. I primi seggi a chiudere, quando in America saranno le 18 e qui da noi mezzanotte, saranno Indiana e Kentucky. I primi risultati veri arriveranno verso l’una, e non saranno una sorpresa per nessuno. Lì, vincerà Donald Trump, a mani basse. I sondaggi lo danno avant di 11 punti in Indiana e di quasi 20 in Kentucky.
Non c’è niente da vedere. 

 

00:30- 01:30

A questo punto le cose si fanno più interessanti, perché chiuderanno i seggi di cinque stati, tre dei quali swing e cruciali: Virginia, Vermont (sicuri per Joe Biden), Carolina del sud (sicura per Trump) e soprattutto i ricchissimi bocconi di Georgia (lo stato vale 16 grandi elettori, con Biden avanti solo di un risicatissimo 1,5 per cento) e sua maestà, regina degli swing states, la Florida (29 seggi, e di nuovo, in sostanziale parità, con Biden avanti solo di 2 punti).

 

Media di www.FiveThirtyEight.com 
  

01:30- 02:00

Probabilmente a questo punto, mentre arrivano i primi dati dalla Florida, dai vostri occhi sarà passata ogni traccia di sonno, arriveranno i primi dati da: West Virginia, Carolina del nord e Ohio.


Se il West Virginia non sembra destinato a dare grandi sorprese (il vantaggio stimato per Trump, qui, è incolmabile, e si aggira sui 30 punti), la Carolina del nord appare in perfetto equilibrio: Biden è dato avanti solo di un punto, ma la recente storia elettorale dello stato gioca per Trump, visto che negli ultimi 50 anni solo due candidati dem hanno vinto lo stato (Jimmy Carter e Barack Obama, per giunta solo una volta su due). Discorso simile nel più imperscrutabile degli stati swing, l’Ohio, stato cui è attribuito il potere taumaturgico di votare sempre per il vincitore e che vede in lievissimo e inaffidabile vantaggio (0,4 per cento) Donald Trump. 

 

02:00-03.00

A questo punto, ci sentiamo di immaginare, o vi sarete riaddormentati o sarete svegli come grilli. E arriverà uno dei pacchetti di voti più ghiotti di tutta la notte. Lo chiusura dei seggi i ben 21 stati, praticamente si inizierà a superare la metà degli stati e si potrà iniziare a smettere di ragionare su sondaggi e ipotesi, ma a intravedere il profilo del vincitore.


Chiuderanno Alabama, Connecticut, Delaware, Illinois, Kansas, Maine, Maryland, Massachusetts, Michigan, Mississippi, Missouri, New Hampshire, New Jersey, North Dakota, Oklahoma, Pennsylvania, Rhode Island, South Dakota, Tennessee, Texas e Washington DC.
Di questi,  Alabama, Kansas, Mississippi, Missouri, North Dakota, South Dakota, Oklahoma e Tennessee, possono essere messi, fin da ora, nel paniere di Donald Trump.


Connecticut, Delaware, Illinois, Maine, Maryland, Massachusetts, New Hampshire, New Jersey, Rhode Island e Washington D.C, invece, possono essere messi, sin da ora, in quello di Joe Biden.


In mezzo, però, c’è tutto il resto: c’è il Michigan, stato un tempo solidamente democratico che, però, nel 2016, affossò definitivamente le speranze di Hillary Clinton e nel quale nessuno davvero si fida del vantaggio di quasi 9 punti di Joe Biden. C’è la Pennsylvania, stato per cui vale lo stesso discorso del Michigan: anche lì sembrava fatta per i dem, nel 2016, ma poi, invece, no. Così oggi i 5 punti di vantaggio attribuiti a Biden non lasciano tranquilli i dem, che ancora ricordano l’errore di quel vantaggio di 6 punti attribuito a Clinton.
  

Media di www.FiveThirtyEight.com 
  

Infine c’è il Texas, che è lo stato a cui, tutti, ma proprio tutti, guardano in queste elezioni. Sia perché da solo vale 38 grandi elettori e di fatto un’ipoteca sulla Presidenza, sia perché mai, nella storia recente, il risultato in Texas è stato tanto incerto: un solo punto separa Trump da Biden. A rigor di logica dovrebbero vincere i repubblicani, ma la partita non è per nulla scontata. 

 

Media di www.FiveThirtyEight,com 
 

I risultati dello spoglio dei vari stati impiegheranno un po’ ad arrivare, per cui, nulla sarà veramente deciso e decisivo fino all’arrivo dei dati definitivi da Florida, Michigan, Pennsylvania, Texas. Probabilmente su CNN e sulle altre reti tv prenderanno tempo, cincischieranno con exitpoll, analisi e previsioni. Si saprà qualcosa, qualcosa di vero, dopo le quattro.

 

03:00-04:00

A questo punto avranno chiuso Arkansas, Arizona, Colorado, Louisiana, Minnesota, Nebraska, Nuovo Messico, New York, Wisconsin, Wyoming: un'infornata di stati dai quali dovrebbero arrivare poche sorprese:  Arkansas, Louisiana, Nebraska, Wyoming, sicuri per Trump; Colorado, Minnesota, New Mexico e New York, saldamente nelle mani di Biden.
In bilico (seppur con una forte tendenza Biden) Wisconsin e Arizona.

 
 
04:00-05:00

A questo punto della notte non tutto sarà deciso e chiaro, ma si sarà iniziato a capire come si stanno mettendo le cose. I primi veri dati saranno arrivati e sempre più stati saranno stati assegnati. Così i risultati degli stati i cui seggi chiuderanno ora, difficilmente, potranno cambiare le cose: Idaho, Montana, Utah (dove è sicura la vittoria di Trump), Oregon (sicuro per Biden) e Iowa e Nevada (in bilico, anche se dovrebbero andare uno a Trump e l’altro a Biden) arriveranno a cose sostanzialmente fatte.
E anche se così non fosse, sarebbe così lo stesso, perché se alle quattro fossimo ancora appesi alle virgole, sarebbe indice del fatto che per Biden non c’è stata la valanga di voti previsti e che negli stati in bilico (concentrati sulla costa est) i democratici non hanno sfondato o che qualcosa è andato storto con il voto postale. E che, dunque,  Trump si stia avviando o a una seconda vittoria o a una contested election.

 

05:00-07:00

A questo punto della notte, per chi è ancora sveglio arriveranno i voti di California, Hawaii e Alaska, i primi due democraticissimi, l’ultima repubblicanissima. Ma importerà poco. Perché il risultato, a questo punto, sarà noto ormai da ore.

 

Mappa da RealClearPolitics.com 
  

Dove guardare per sapere come si mette per Trump

Per come funzionano le cose nel sistema elettorale americano, il percorso per i Repubblicani è più accidentato di quello dei democratici.
Gli stati più popolosi sono saldamente blu, e questo, complica molto le cose per Trump e i suoi. Per questo Trump parte da 125  seggi sicuri contro i 216 di Biden.

 
Certo, nel 2016 Trump riuscì a vincere in tutti gli stati in bilico (inclusi due che non erano considerati in bilico: Pennsylvania e Michigan) e, in buona sostanza, oggi, dovrebbe ripetere questo miracolo. Non è escluso, visto che basta una manciata di vittorie nei posti giusti per vincere tutto il banco. Ma è improbabile.

 
Lo stato che più Trump ha bisogno di vincere è la Florida. Una vittoria lì lo terrebbe in gara, una sconfitta lì chiuderebbe i giochi. Allo stesso modo, Trump deve per forza vincere in Texas. Altrimenti di Casa Bianca, non se ne parla nemmeno.
Certo poi, pur vincendo in Florida e Texas, si tratterebbe di vincere in Georgia, North Carolina, Iowa, Ohio, Michigan e Pennsylvania.

  

Dove guardare per sapere come si mette per Biden

La strada che separa Joe Biden dalla Casa Bianca è meno accidentata di quella che deve percorrere Donald Trump. Ma non è tutta in discesa. Biden può permettersi di perdere più stati in bilico di quanti possa permettersi di perderne Trump (che sostanzialmente non può perderne nessuno), ma non può perderli tutti.


Il nostro consiglio è di non riporre troppe speranze su Florida e Texas: sono risultati troppo in bilico per potervi fare affidamento.  certo , sarebbe la cuccagna dei dem, ma non è il caso di metterci il cuore.


Il grande vantaggio di Biden, però, è che può perdere sia Texas e Florida e, a differenza di Trump, restare comunque in gioco, ma il suo margine di stati che ‘può perdere’ si assottiglierebbe notevolmente. La Pennsylvania, per esempio (con i suo 20 seggi) diventerebbe indispensabile, come pure Arizona e Nevada (11 e 6 seggi a testa), o come almeno tre tra Wisconsin (10) e Michigan (16), Georgia(16) e Carolina del Nord (15).

  

Dove guardare per sapere se si va verso una contested election

L’ipotesi di Contested Election fa paura a tutti, specie perché si teme possa portarsi dietro violenze e disordini, ma appare poco probabile. Secondo il sondaggista Nate Silver, le probabilità che si arrivi a un riconteggio sono il 5 per cento.

 
Eppure, le strade che possono condurre a una contested election sono molte. La prima è un ritardo nello spoglio dei voti, cosa che farebbe crescere la tensione e l’incertezza, e porterebbe, come nel 2000 a dare per assegnati stati che in realtà assegnati non sono. 

 

La seconda è una differenza sostanziale tra  i voti via posta e quelli dati di persona, nell’urna. In teoria, il voto per posta è una pratica cara ai dem, mentre il voto di persona, invece, è preferito dai Repubblicani. Il che significa che, man mano che si conteggiano i voti, ci potrebbe essere un ribaltamento del risultato, a seconda che si decida (ogni stato funziona a sé) di contare prima i voti per posta o prima quelli nelle urne.  Poi ci sono altri due scenari che potrebbero portare alla contested election, sono uguali e contrari e consistono nella vittoria di Trump o di Biden per un margine risicatissimo. Se Trump perdesse le elezioni per un pugno di voti negli stati giusti, è molto probabile che -nella più civica delle ipotesi- richiederebbe un riconteggio. Allo stesso modo, Biden, potrebbe contestare il risultato, se uscisse sconfitto, pur avendo vinto, come Al Gore e Hillary Clinton, il voto popolare (questo appare sicuro) e lamentando il fatto che alcuni voti potrebbero essere stati annullati ingiustamente o che, per i ritardi del sistema delle poste, potrebbero non essere stati conteggiati. 

L’ipotesi, al solito, appare improbabile, ma non impossibile.

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