I 27 paesi dell'Ue sono divisi sulla strategia nei confronti di Erdogan
Per l’Unione europea le parole del presidente turco contro Macron sono “inaccettabili”, ma c’è grande incertezza sul da farsi
Bruxelles. Recep Tayyip Erdogan ha imboccato una strada pericolosa mettendosi a insultare in modo personale Emmanuel Macron, lanciando appelli al boicottaggio dei prodotti francesi e accusando gli europei di condurre “una campagna di linciaggio” contro i musulmani “simile a quella contro gli ebrei d’Europa prima della Seconda guerra mondiale”. Il presidente turco per due volte, sabato e domenica, ha detto che il suo omologo francese dovrebbe farsi curare per problemi di “salute mentale”. L’Eliseo ha denunciato “gli eccessi e le volgarità” del leader di Ankara e ha richiamato il suo ambasciatore. Ieri Erdogan è tornato ad accusare i leader europei: fomentano “l’odio dell’islam e dei musulmani”. L’Unione europea è profondamente divisa sulla strategia nei confronti di Erdogan, con la Germania, l’Italia e altri paesi che sperano di convincerlo a comportarsi responsabilmente con l’offerta di una “agenda positiva” (una serie di incentivi commerciali e finanziari, ndr). Ma, di fronte a questa ennesima escalation, gli amici europei di Erdogan sono costretti a riposizionarsi. “Invece di un’agenda positiva, la Turchia sceglie le provocazioni, le azioni unilaterali nel Mediterraneo e ora le ingiurie. E’ intollerabile”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.
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