Manifestanti a Parigi protestano per la morte di George Floyd e di Adama Traoré (foto LaPresse)

La Francia sottomessa

Giulio Meotti

Banlieue, islamisti, antisionisti, gauche. Chi c’è dietro al movimento che chiede “giustizia per Traoré”

Roma. Adama Traoré è morto quattro anni fa dopo un arresto in flagrante. E’ chiamato il “George Floyd francese”, dal momento che entrambi avrebbero dichiarato di non essere più in grado di respirare durante l’arresto. “Je ne peux plus respirer”. Gli attivisti denunciano quindi un “crimine razzista” che unisce Minneapolis e la Val d’Oise. Ma la vicenda di Traoré è molto meno chiara di quella americana. Tutte le perizie mediche hanno difeso l’operato della gendarmeria francese che lo aveva arrestato. Traoré era fuggito tre volte prima di essere trovato da un amico. Sarebbe morto a causa di un edema polmonare e non a causa della “placcatura ventrale” eseguita durante l’arresto.

 

 

Chi c’è dietro le proteste che nei giorni scorsi hanno riempito il centro di Parigi? “Una nebulosa che combina banlieue choc e sinistra chic” raccontano il settimanale Valeurs Actuelles e il quotidiano Figaro. “Violenza della polizia, il razzismo non è solo negli Stati Uniti. Vi invito a essere presente sul piazzale del TGI a Parigi”. Il messaggio è pubblicato sull’account Twitter del deputato della France Insoumise di Seine-Saint-Denis, Éric Coquerel. C’è l’Azione antifascista Parigi-Banlieue, un gruppo di ultrasinistra. Ci sono i fratelli e le sorelle di Adama, figli dei matrimoni del padre poligamo con quattro donne. Dalla lotta contro il colonialismo all’antisionismo attraverso la promozione dell’afro-femminismo, nessuna lotta è esclusa dal “comitato Adama”. “L’entourage di Assa Traoré è esemplare della convergenza di islamisti di sinistra”, commenta Valeurs Actuelles. Almamy Kanouté, creatore della brigata anti negrofobia e membro della Nazione dell’islam, è considerato un’eminenza grigia del comitato, che sovrintende a tutti i suoi interventi mediatici. Si è unito alla corrente degli attivisti di Black Lives Matter, rappresentato in Francia da Amal Bentounsi. Kanouté ha legami con il movimento salafita. E’ Kanouté che presenta Samir Elyes, fondatore del Movimento per l’immigrazione e la periferia (Mib), ad Assa Traoré. Ci sono militanti filopalestinesi come Hocine R.; Abderaouf A. del movimento salafita. Si aggiunge Madjid Messaoudène, sulfureo rappresentante eletto nel dipartimento a stragrande maggioranza musulmana di Saint-Denis, organizzatore di una “famosa marcia contro l’islamofobia”.

 

Per coprirsi in politica e ottenere rispettabilità, il “comitato Adama” ha stretto contatti con Olivier Besancenot e Jean-Luc Mélenchon. Durante l’ultima campagna presidenziale, la sinistra si è divisa in due. Da un lato, i sostenitori della linea Valls-Cazeneuve, che hanno sostenuto senza riserve la polizia; dall’altro, la sinistra del socialista Benoît Hamon, che ha sostenuto il comitato. Gli agenti di polizia di colore sono chiamati “neri fuori, bianchi dentro”, e sono accusati di essere dei traditori, dei “venduti”, perché servono la Francia.

 

 

Bianchi contro neri, polizia contro “quartieri”, comunitarismo contro laicità, lotta di classe che lascia il passo alla guerra razziale. Godono del favore dei media, la cui esposizione è una fonte di potere, influenza e visibilità. E sono tanto più visibili questi “martiri dello stato” quanto sono invisibili le altre vittime, gli abbandonati dall’antirazzismo francese come Sarah Halimi, Mireille Knoll, Ilan Halimi, rei di avere il doppio stigma di bianchi ed ebrei, le vittime francesi di quello stesso multiculturalismo difeso in nome della giustizia e dell’uguaglianza in questi giorni di proteste.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.