Scontri con la polizia in Irlanda del nord: una giornalista è morta
A Londonderry un gruppo di persone armate ha attaccato le forze dell'ordine dopo una perquisizione in alcune case
Stanotte a Londonderry, nell’Irlanda del nord, una giornalista di 29 anni anni è stata uccisa durante gli scontri tra manifestanti e polizia. Secondo le autorità, l’assassinio di Lyra McKee, questo è il nome della reporter, è un “atto terroristico”. Secondo alcuni testimoni sentiti dalla Bbc, gli scontri sarebbero iniziati poco dopo una perquisizione compiuta dalla polizia nelle case di Mulroy Park e Galliagh. A quel punto, un gruppo di persone armate di pistola e bombe artigianali ha attaccato gli agenti a bordo di fuoristrada. Secondo il vicecapo della polizia di Londonderry, Mark Hamilton, si è trattato di un atto pianificato. “Volevano attaccare la polizia. Non è solo l’omicidio di una giovane donna, ma un gesto di violenza nei confronti della città”, ha detto.
Michelle O’Neill, vicepresidente di Sinn Féin che è un partito di sinistra dell’Irlanda del nord, si è detta “scioccata dalle tragiche notizie” che arrivavano da Londonderry e ha condannato gli scontri e l’omicidio della giornalista. Anche il Dup, partito protestante di destra, ha preso le distanze e ha definito l’episodio “un gesto senza senso”.
Gli scontri arrivano a ridosso del giorno di Pasqua, nell'anniversario delle manifestazioni dei repubblicani del 1916, quando i dissidenti sono spesso molto attivi. Lo scorso 19 gennaio un'autobomba era esplosa davanti al tribunale di Londonderry. Secondo gli inquirenti, responsabili di quell'atto terroristico erano i membri della Nuova Ira, un gruppo di dissidenti nato nel 2012. "La Nuova Ira, come la maggior parte dei gruppi repubblicani dissidenti nell'Irlanda del nord, è un gruppo ristretto, in gran parte non rappresentativo e determinato a riportare la gente indietro dove non vuole tornare", aveva detto il vicecapo Hamilton in quell'occasione.

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