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Di che segno sei? Inizia l'anno del Maiale, simbolo della nuova Cina

Giulia Pompili

Il capodanno si festeggia ovunque, a Roma un po’ meno

Roma. E’ la fine dei giorni più freddi, dell’inverno rigido, e l’inizio dell’avvicinamento alla rinascita della primavera. Oggi cominciano i quattro giorni di festa per il Capodanno cinese, e l’inizio è segnato dalla prima luna nuova dell’anno, secondo uno dei calendari più antichi del mondo. E quindi, buon anno del Maiale. Dodicesimo animale dello zodiaco cinese, il Maiale caratterizzerà (influenzerà?) l’anno fino al 25 gennaio del 2020 – e c’è già un po’ di discussione sulle celebrazioni per i cinesi musulmani, per esempio in Malaysia o Indonesia, perché festeggiare il maiale, considerato un animale impuro, potrebbe avere conseguenze. Ma questo 2019 è già di per sé un bel fardello per quelli che sono nati nell’anno corrispondente (sono del segno del Maiale le persone nate negli anni 1935, 1947, 1959, 1971, 1983, 1995 e 2007) e che quest’anno sono in conflitto col proprio segno: secondo l’oroscopo tradizionale porta sfortuna. Peggio di tutti, si legge su yourchineseastrology.com, va ai nati nel segno del Serpente (1941, 1953, 1965, 1977, 1989, 2001 e 2013), perché il rettile è proprio incompatibile con il maiale. Andrà invece benissimo – così dicono – per quelli nati nel segno del Coniglio (anni 1939, 1951, 1963, 1975, 1987, 1999, 2011). Kenny Hoo, che non è un maestro di Feng Shui qualunque ma il fondatore del Good Feng Shui Geomantic Research, e che si vanta di essere meno commerciale degli altri, ha detto al New Straits Times che la parola chiave dell’anno è “integrazione”. Dice che sarà un anno più di alti che di bassi, e che nei mesi di febbraio, maggio, giugno, agosto e novembre ci saranno condizioni atmosferiche imprevedibili, che potrebbero causare disastri naturali e volatilità del mercato (vabbè, disastri). Però Kenny Hoo è pure molto ottimista sull’innovazione: “Godremo di prodotti e tecnologie rivoluzionarie a prezzi accessibili. Miglioreranno le nostre vite se saremo in grado di integrarci in modo efficace”. Kevin Foong, il maestro di Feng Shui più famoso di Singapore, ha scritto su Asia One che la spinta sulla tecnologia ci sarà, ma fa pure precise previsioni politiche: “Ci aspettiamo che il presidente Xi Jinping promuova maggiori riforme per sostituire vecchi elementi di crescita e prosegua verso una politica più autosufficiente. Con la guerra commerciale e altri fattori che rallentano l’economia, è probabile che vedremo la crescita economica della Cina al 5,3 per cento”. Un altro disastro, ma del resto Xi è del segno del Serpente.

 

La Festa della primavera – conosciuta nel mondo come il Capodanno cinese – è uno dei prodotti d’esportazione meglio riusciti della nuova Cina, il simbolo del soft power internazionale di Pechino. Somiglia molto a quella che in Giappone si chiama Setsubun, la festa che si celebra il 3 febbraio e in cui tradizionalmente si lanciano i fagioli di soia contro gli spiriti maligni per scacciare la sfortuna. Ma l’èra Meji abolì il Capodanno tradizionale uniformandolo a quello Gregoriano, e restano solo i fagioli. Il Capodanno cinese è la festa più attesa e festeggiata d’Asia, ma fino a qualche anno fa, in Europa, era confinata soprattutto alle zone con maggiore concentrazione di immigrazione cinese. Adesso che la Cina di Xi Jinping mira a conquistare il consenso un po’ ovunque, non c’è modo migliore di farlo che con una festa. Secondo il Quotidiano del popolo, ieri si è festeggiato un po’ ovunque, dal Nepal all’Onu – unica eccezione, indovinate un po’? Roma Capitale, dove da anni si tiene la tradizionale festa a Piazza Vittorio, ma quest’anno no, solo una mezza dozzina di eventi privati.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.